Classe di letteratura - volume 2

La concezione foscoliana della Storia rivela dunque il suo carattere aristocratico: sono pochi uomini illustri, non le masse anonime, a determinare il corso degli eventi. L ideale antitirannico e libertario può essere incarnato esclusivamente da individui eccezionali: Machiavelli (presentato, con un evidente distorsione interpretativa, come un difensore della libertà che svela implicitamente la violenza del potere); Dante, emblema dell impegno civile; infine Alfieri, inquieta e solitaria figura che freme di amor di patria (v. 197), vero alter ego, sdegnato e malinconico, dell autore. Sia Dante sia Petrarca (anch egli ricordato), pur non essendo sepolti a Firenze (Dante fu tumulato a Ravenna, Petrarca ad Arquà), vengono inclusi nell ideale pantheon italiano che dalla città toscana estende la propria fama al resto della nazione. La memoria come fonte di riscatto Proprio perché ospita i resti di questi eroi esemplari, Firenze integra le proprie bellezze naturali (le aure pregne di vita, v. 166; i lavacri / che da suoi gioghi a te versa Apennino, vv. 166-167; la luce limpidissima, v. 169) con i valori morali trasmessi dalle sepolture di Santa Croce, il tempio in cui sono riunite l itale glorie (v. 181). L invito alle egregie cose (v. 151) insito nella chiesa fiorentina è sempre valido allo stato latente, anche nel degrado che opprime l Italia. Se verrà un giorno della riscossa sarà qui che si trarranno gli auspici per l azione, realizzando quell appello a cui gli italiani del presente sono sordi. Lo sguardo che Foscolo fissa sull Italia contemporanea è sempre quello di Jacopo Ortis: anche il protagonista del romanzo aveva visitato la basilica fiorentina («Dianzi io adorava le sepolture del Galileo, del Machiavelli e di Michelangelo; contemplandole io tremava preso da un sacro brivido , lettera da Firenze del 27 agosto); anche lui aveva espresso il desiderio di incontrare il vecchio Alfieri, all epoca ancora in vita. Ora, parlando in prima persona senza il filtro romanzesco, il poeta continua a deprecare il vuoto di ideali, l assenza di un effettiva prospettiva di cambiamento: in quella chiesa tuttavia sopravvive una grandezza che può ancora compensare, attraverso la memoria (v. 185), la perdita di identità dell Italia sul piano militare, economico, culturale e politico (armi e sostanze [ ] ed are / e patria, vv. 184-185). Da Firenze a Maratona Malgrado tutto la fiducia nella rinascita delle virtù non viene meno: con una rapida transizione ottenuta attraverso il più semplice dei nessi coordinanti (e nutria contro a Persi , v. 199), Foscolo collega Santa Croce a un altro esempio a essa parallelo, il monumento funebre eretto in ricordo dei caduti di Maratona. I due luoghi svolgono infatti una funzione analoga: anche in Grecia, come nel pantheon italiano, un Nume parla (v. 198), in memoria non solo della battaglia contro i Persiani invasori, ma anche della perenne lotta per la libertà e contro l oppressione. Le tombe dei prodi (v. 200) caduti e la complessa visione che si sviluppa nei versi successivi rinnovano il concetto dell importanza della memoria e preparano l epilogo del carme con il racconto del mito (presente nella quarta e ultima parte del testo), che proietterà su un orizzonte astorico il significato immortale della tomba. L ultima parola della sezione, il canto (v. 212) delle Parche, introduce a sua volta la celebrazione finale del valore della poesia. Un incipit solenne La varietà dei registri Le scelte stilistiche La sequenza si apre nel segno della solennità, con evidenti concessioni alla declamazione oratoria: abbondano nei primi versi inversioni, iperbati, vocativi enfatici (o Pindemonte, v. 152; Te beata, v. 165; e tu [ ] Firenze, v. 173) e il lessico è segnatamente aulico (arca, v. 159; Celesti, v. 160; etereo padiglion, v. 161; lavacri, v. 166; aer, v. 168). Le soluzioni stilistiche non sono però monocordi: in questa terza sezione del carme si riscontra infatti un ampio ventaglio di variazioni di tono, in cui si alternano frasi lapidarie di carattere sentenzioso (i primi due versi), momenti lirici più distesi (come quello dedicato alla descrizione delle bellezze di Firenze), passaggi di intonazione epica (come avviene nella visione della battaglia di Maratona). A unire le varie parti, ritornano le transizioni, che repentinamente spostano il piano del discorso poetico da un argomento all altro, talvolta anche con qualche forzatura, come accade per esempio ai vv. 197-199, in cui dalla celebrazione delle tombe di Santa Croce si passa al ricordo dei sepolcri di Maratona: la locuzione affermativa Ah sì cuce tra loro il presente (Santa Croce) e il passato (la Grecia antica). L AUTORE / UGO FOSCOLO / 629

Classe di letteratura - volume 2
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Dal Seicento al primo Ottocento