Classe di letteratura - volume 2

530 535 540 545 550 555 e dagl infimi chiostri i mesti servi asceser tutti; e da le somme stanze le damigelle pallide tremanti precipitàro. Accorse ognuno; il volto fu spruzzato d essenze a la tua Dama; ella rinvenne alfin: l ira, il dolore l agitavano ancor; fulminei sguardi gettò sul servo, e con languida voce chiamò tre volte la sua cuccia: e questa al sen le corse; in suo tenor vendetta chieder sembrolle: e tu vendetta avesti vergine cuccia de le Grazie alunna. L empio servo tremò; con gli occhi al suolo udì la sua condanna. A lui non valse merito quadrilustre; a lui non valse zelo d arcani uficj: in van per lui fu pregato e promesso; ei nudo andonne dell assisa spogliato ond era un giorno venerabile al vulgo. In van novello Signor sperò; ché le pietose dame inorridìro, e del misfatto atroce odiàr l autore. Il misero si giacque con la squallida prole, e con la nuda consorte a lato su la via spargendo al passeggiere inutile lamento: e tu vergine cuccia, idol placato da le vittime umane, isti superba. 534 fu spruzzato d essenze: per far- la riprendere dallo svenimento, come si usava al tempo. 542 empio: sacrilego, dal momento che ha osato colpire con un calcio una creatura divina. ANALISI ATTIVA Una sensibilità falsa e ipocrita e dalle stanze più basse (infimi chiostri) salirono tutti i servi tristi; e dalle stanze più alte si precipitarono le damigelle pallide e spaventate. Arrivarono tutti; il viso della tua dama fu spruzzato di profumi (essenze); alla fine ella si riprese: l ira e il dolore l agitavano ancora; gettò sguardi fulminanti (fulminei) sul servo, e con debole (languida) voce chiamò tre volte la cagnolina: e questa le corse al petto; con il suo atteggiamento (in suo tenor) le sembrò chiedere vendetta: e tu avesti la tua vendetta, giovane cagnetta allevata dalle Grazie. L empio servo tremò; con gli occhi bassi ascoltò la propria condanna. Non gli fu d aiuto l aver lavorato in quella casa per vent anni (merito quadrilustre); non gli fu d aiuto l affidabilità mostrata nel condurre a termine incarichi segreti (zelo d arcani uficj): invano furono pronunciate da parte sua preghiere e promesse; egli se ne andò da quella casa senza nulla (nudo), spogliato di quella livrea (assisa) per la quale (ond ) in precedenza (un giorno) veniva rispettato dal popolo. Invano sperò di trovare un nuovo padrone (novello Signor); poiché le nobildonne pietose inorridirono, e odiarono l autore dell atroce misfatto. L infelice giacque sulla strada con i figli smunti (squallida prole) e con accanto la moglie ormai vestita di stracci (nuda), rivolgendo ai passanti inutili richieste di elemosina (inutile lamento): e tu, giovane cagnetta, potesti andartene fiera (isti superba), come una divinità (idol) placata da sacrifici umani. 544 quadrilustre: di quattro lustri, quindi di vent anni. Video LEZIONE con Roberto Carnero I contenuti tematici L episodio trae spunto dalle parole di un commensale vegetariano (il vegetarianismo, presso le classi più elevate, esisteva già nel Settecento), che, deprecando l abitudine di cibarsi di carne, augura la morte a chi a questo scopo uccide gli animali. La dama che il giovin signore accompagna in qualità di cavalier servente, sentendo tali parole, si commuove, e rievoca un episodio accadutole in passato. Per buona parte del brano (vv. 517-541) il poeta assume il suo punto di vista, e con un immagine di gusto arcadico e classicistico dall effetto, ancora una volta, ironico paragona le lacrime della donna alle gocce di linfa che stillano sui tralci della vite a primavera (la similitudine è ispirata alle Georgiche di Virgilio, II, 330-335). All ironia dell immagine bucolica si aggiunge il sarcasmo rivolto all assurda ipersensibilità della dama, tanto piena di attenzioni e di morbosa empatia verso la sua cagnetta quanto indifferente al destino dei suoi servi. L AUTORE / GIUSEPPE PARINI / 435

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento