Caravaggeschi

CARAVAGGESCHI Caravaggio non ha allievi ma piuttosto una serie di imitatori e seguaci dei suoi ideali: i caravaggeschi. La più importante lezione di Caravaggio è il dipingere dal naturale ossia rappresentare figure e cose così come appaiono. I caravaggeschi seguono questa visione, creando: scene con pochi personaggi; massima concentrazione sull evento da rappresentare; figure in primo piano e scarso interesse per i fondi; forti contrasti luce-ombra. Le novità della pittura di Caravaggio hanno avuto una fondamentale importanza anche su pittori più anziani di lui. il caso del pisano Orazio Gentileschi, che da uno stile manierista diventa un caravaggesco convinto, dando però un interpretazione personale: nella luce, più chiara di quella di Caravaggio, come si vede nella sua pala con I martiri Cecilia Valeriano e Tiburzio; nei personaggi, che hanno pose più teatrali; nel vedere l aspetto poetico e introspettivo delle cose. La figlia di Orazio, Artemisia Gentileschi è anche lei pittrice, Orazio Gentileschi, I martiri Cecilia, Valeriano e Tiburzio visitati da un angelo, 1607, Pinacoteca di Brera, Milano destinata a una grande carriera fra Roma, Firenze e Napoli, nonostante le difficoltà incontrate per il fatto di essere donna. Riprende da Caravaggio l attitudine a dipingere partendo da modelli reali senza idealizzarli ma anzi accentuandone la forza realistica e drammatica, come si nota in una delle sue prime opere: la tela di Giuditta che decapita Oloferne, che mostra una luce caravaggesca che sottolinea la drammaticità violenta della composizione. L opera è dipinta a Roma nel 1620, quando Artemisia torna in città dopo un assenza di sette anni. La pittrice si era ritirata a Firenze per sfuggire alle minacce ricevute in seguito al processo per stupro contro il pittore Agostino Tassi. Il processo era stato vinto dalla giovane, ma a costo di grande umiliazione. La Giuditta dipinta, che secondo la tradizione sarebbe un autoritratto di Artemisia, è colta nell atto di decapitare il nemico Assiro Oloferne, nella cui testa la pittrice ritrae le sembianze del Tassi. Artemisia raffigura realisticamente anche lo sforzo fisico dei movimenti dei personaggi. Artemisia Gentileschi, Giuditta decapita Oloferne, 1607, Pinacoteca di Brera, Milano 76

Storia dell'arte - I saperi fondamentali - volume 2
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Dal Rinascimento al Rococò