A Roma

Perin del Vaga e Pellegrino Tibaldi, Storie di san Paolo, affresco monocromo, Castel Sant Angelo Roma A ROMA Se il Rinascimento entra in crisi a Firenze negli ultimi decenni del 1400, a Roma i primi segni del nuovo linguaggio manierista si hanno dopo la morte di Raffaello (1520). Gli artisti che hanno collaborato con lui sviluppano un proprio linguaggio, in cui si possono cogliere i primi esempi di sperimentazione sulla via del Manierismo. Ad esempio Perin del Vaga e Giulio Romano colgono alcuni aspetti specifici di Raffaello come la capacità narrativa, la teatralità e la ricerca di bellezza armonica. Questi elementi sono poi arricchiti con inserzioni stilistiche riprese da Michelangelo, come lo studio dei corpi o delle figure serpentinate. PERIN DEL VAGA (1501-1547) Il pittore Pietro Buonaccorsi, noto come Perin del Vaga (dal nome del primo maestro che lo portò a Roma), negli anni dopo la morte di Raffaello riceve numerose commissioni, come la decorazione della Cappella Paolina in Castel Sant Angelo. Qui si nota l assimilazione dello stile di Michelangelo e di Sebastiano del Piombo. Il programma iconografico di questi affreschi si basa sull omaggio fatto dal committente Paolo III a san Paolo e Alessandro Magno. Queste due figure sono scelte dal pontefice come personaggi di riferimento, testimoni di una continuità ideale avvalorata dal nome di battesimo del pontefice (Alessandro) e da quello scelto dal papa stesso come guida spirituale (Paolo). Così negli affreschi in monocromo (dipinto di un solo colore) si nota l attenzione archeologica (nelle armature e nello scrigno) unita all anatomia L amore per la letteratura accomuna il papa ad Alessandro Magno, che è qui raffigurato mentre ripone i poemi omerici in uno scrigno. Perin del Vaga, Affresco monocromo, Castel Sant Angelo Roma dei corpi di Michelangelo. GIULIO ROMANO (1492-1546) Anche Giulio Pippi, più noto come Giulio Romano, svolge un ruolo di sintesi fra il linguaggio di Raffaello, gli elementi di Michelangelo (come l espressività dei gesti e i corpi muscolosi) e il colorismo veneto. Nel 1524 si trasferisce a Mantova al servizio di Federico Gonzaga e in due decenni trasforma la città. Il suo capolavoro architettonico è il Palazzo Te, residenza per gli svaghi dei Gonzaga edificato sull isola Teieto (da cui deriva il nome), ai margini della città di Mantova. Giulio Romano, Palazzo Te, dal 1526, Cortile interno, Mantova, e particolare Le facciate sono tutte caratterizzate da un bugnato (pietre lasciate sporgenti) rustico, rivestito da intonaco, che suggerisce un idea di struttura I conci (blocchi di pietra) al centro degli archi sembrano scivolare in basso mettendo in crisi la struttura della volta e dando la sensazione che stia per crollare.

Storia dell'arte - I saperi fondamentali - volume 2
Storia dell'arte - I saperi fondamentali - volume 2
Dal Rinascimento al Rococò