T13

Tipologia C T 13 Un recente studio Ocse-Pisa1 conferma quanto si sapeva già da tempo, ossia che la scuola italiana non riesce più a svolgere quella funzione di ascensore sociale per gli studenti che provengono da un ambiente svantaggiato. In particolare, il report (intitolato Resilienza scolastica) mette in luce che solo uno studente svantaggiato su cinque riesce a raggiungere un livello medio di competenze scolastiche in matematica, lettura e scienze. L Italia si colloca agli ultimi posti nella classifica di 35 Paesi industrializzati riguardo i risultati scolastici raggiunti dai quindicenni provenienti da un contesto difficile (dati del 2015). Nel nostro Paese i ragazzi resilienti , ossia che riescono a conseguire risultati scolastici soddisfacenti malgrado le condizioni socio-economiche non favorevoli, sono solo il 20% degli studenti svantaggiati contro una media Ocse del 25,2 %. Ma il dato ancor più preoccupante è che nel 2012 in un analogo studio la percentuale italiana era del 24,7%, ossia quattro punti in più rispetto al dato di tre anni dopo. Si consideri che in altri Paesi questo dato è decisamente molto più alto: Estonia 42%, Giappone e Canada 40%, Finlandia 39%, Corea 37%, Olanda 33%, Germania, Irlanda, Norvegia, Slovenia 32%, Danimarca 31%, Francia 24%, Gran Bretagna 28%, Svizzera 27%. Questi dati dimostrano che la scuola italiana non riesce a fare abbastanza per gli alunni provenienti da ambienti deprivati e comunque ottiene risultati decisamente inferiori rispetto a quelli conseguiti dagli altri Paesi industrializzati. In sostanza i ragazzi provenienti da contesti difficili rimangono imprigionati nel loro retroterra culturale e socio-economico non favorevole senza che la scuola riesca a far loro padroneggiare quelle competenze e abilità che sono ritenute essenziali per partecipare attivamente e pienamente alla vita sociale e per avere buone possibilità di successo in campo lavorativo. Secondo l Ocse un alta percentuale di studenti resilienti rappresenta un indicatore di qualità e di equità di un sistema scolastico. In altre parole, la scuola italiana non fa altro che ratificare le differenze iniziali degli studenti, incidendo relativamente poco su tali differenze. Come sottolinea Il Sole24ore on line del 31 gennaio 2018: «lo studio [Ocse-Pisa] sottolinea che gli studenti resilienti si trovano in scuole caratterizzate da buone e forti relazioni tra insegnanti e studenti, un solido sostegno da parte dei professori ai ragazzi, un forte focus nell apprendimento dello studente e dove c è, nell insieme, un positivo clima disciplinare. Clima che in generale è migliore dove c è un basso turn-over di insegnanti e dove i dirigenti scolastici riescono a motivare gli insegnanti a perseguire gli obiettivi didattici. Tutte caratteristiche che servono per contrastare alcuni rischi della povertà, quali l alto tasso di abbandono degli studi, le ridotte percentuali di accesso all università e una bassa autostima. Al tempo stesso, i ragazzi svantaggiati che frequentano scuole con compagni avvantaggiati riescono più facilmente ad ottenere buoni risultati accademici e quindi a essere resilienti . Per contro è minore di quanto si creda il ruolo delle attività extra-curriculari offerte dagli istituti. Quindi, per dare una vera chance a scuola anche ai ragazzi che partono meno fortunati è importante soprattutto il clima dentro la classe e dentro la scuola . Ciò che emerge da questi dati è il ruolo fondamentale che la scuola può svolgere per dare opportunità di successo ai ragazzi che partono da condizioni non favorevoli, anche se ovviamente non può essere solo la scuola ad assumersi questo compito. Ma dallo studio Ocse emerge anche che la scuola può conseguire risul- 1. Pisa: acronimo di Programme for In- ternational Student Assessment; è un in- dagine internazionale promossa dall Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) che coinvolge più di 80 paesi. 355

Palestra di scrittura
Palestra di scrittura