T2 - Giorgio Manganelli, Garibaldi

Tipologia B Garibaldi T 2 AMBITO LETTERARIO Giorgio Manganelli Giorgio Manganelli (Milano 1922-Roma 1990), scrittore e giornalista che sostenne l idea della letteratura come menzogna , artificio e sperimentazione verbale che proprio in quanto tale si oppone alle illusioni e storture del presente, pubblica il pezzo riportato sotto l 8 novembre 1981, sulle colonne del quotidiano Corriere della Sera . Come è suo solito, versa intelligenza al vetriolo su due miti della storia italiana: Garibaldi e l Unità d Italia, quest ultima paragonata a «un gigantesco castello scozzese pieno di fantasmi malevoli. O forse no. 5 10 15 20 25 30 35 Qualcosa sta accadendo in Italia; naturalmente, ne accadono molte, ma alcune hanno, diciamo, una dignità che non può passare inosservata. Sto pensando a Garibaldi. Si sa, ogni tanto capita, in Italia, di pensare a Garibaldi; ma non capita sempre. Garibaldi è un problema. Un confusionario, un generoso, è quel tale delle pecore, di Caprera, di Aspromonte, di Teano. un ex-voto laico, un pio attaccabrighe, un repubblicano antistorico. Non è un uomo d ordine, ma forse neanche del disordine. un meraviglioso innamorato, ma non ha mai avuto rapporti con la Sacra Rota. Ed ecco che col tempo Garibaldi è diventato una miscela perfetta e assurda di santità e di rissosità. Ma perché parlo di Garibaldi? Leggo sui giornali che il giorno 4 novembre è stato dedicato a Garibaldi; leggo poi che il primo ministro Spadolini oggi commemora Garibaldi a Mentana. Per motivi che non riesco storicamente ad afferrare, Garibaldi sta diventando uno statale, una sorta di Direttore Generale delle Emozioni Pubbliche. Oh, questa poi. Quel tale con la camicia rossa, quello di Anita, il ribelle prestato all Uruguay, la testa calda, il litigioso, è diventato un simbolo ufficiale, qualcosa come la firma del Governatore della Banca d Italia sui biglietti di banca: la penisola è firmata Garibaldi. Dobbiamo rallegrarci di questa singolare metamorfosi? Se Garibaldi accetta il 4 novembre, ad esempio, è più o meno credibile? più o meno simpatico? Ed è lecito esaltare Garibaldi il 4 novembre e congratularsi con la sua ombra a Mentana? Mentana fu una tragica avventura, una faccenda molto garibaldina. Ma fu garibaldina la guerra dei seicentomila morti? Non facciamo analisi troppo sul moralistico: vorrei solo capire che cosa significa questa annessione precipitosa di un uomo dell opposizione eterna, un italiano tipicamente, fatalmente sconfitto, nella schiera dell Italia ufficiale. Garibaldi aveva alcune qualità terribilmente nostrane: la vocazione all errore, la buona fede, l irruenza, la mancanza totale di senso dell organizzazione. Tutte queste qualità sono necessarie per fare un eroe. Vittorio Emanuele II, ad esempio, eroe non era. Non mi meraviglio che il 4 novembre non l abbiano dedicato neppure a Mazzini. Il modo di perdere di Mazzini è troppo elaborato, una sofisticheria da scacchista. Garibaldi perde in modo schietto, nitido, catastrofico. eroe, diciamo, come Ettore, il marito di Andromaca. Sono certo che Garibaldi non avrebbe mai amato il 4 novembre, almeno ne avrebbe diffidato. Non so come avrebbe accolto Spadolini a Mentana, Garibaldi non era un uomo colto, scriveva male, forse non amava l idea di finire nella storia. Era un solitario, un dispettoso, un uomo dal riso difficile. Fu celebrato per molto tempo, non senza qualche riserva mentale. Perché negarlo? Garibaldi era ridicolo. 301

Palestra di scrittura
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