SCRIVI TU!

Verso la prima prova d esame Scrivi tu! Dello scrivere oscuro T 1 AMBITO LETTERARIO Primo Levi Primo Levi (Torino 1919-1987), chimico, scrittore e testimone della Shoah, pubblica l 11 dicembre 1976 su La Stampa un articolo dal titolo Dello scrivere oscuro, dove avanza argomentate riserve tanto sul lavoro degli scrittori che si abbandonano alle effusioni scomposte dei propri sentimenti, quanto su quello degli autori che tentano cervellotiche sperimentazioni linguistiche, rendendo poco accessibili al lettore i propri testi. L articolo avrà una lunga coda polemica (interverrà a controbattere lo scrittore Giorgio Manganelli, per esempio). 5 10 15 20 25 Non si dovrebbero mai imporre limiti o regole allo scrivere creativo. Chi lo fa, obbedisce in generale a tabù politici o a timori atavici: in effetti, un testo scritto, comunque esso sia scritto, è meno pericoloso di quanto comunemente si pensi; il famoso giudizio su Le mie prigioni di Silvio Pellico, che avrebbe nuociuto all Austria «più di una battaglia perduta ,1 è iperbolico. Si constata sperimentalmente che un libro o un racconto, buone o cattive che siano le loro intenzioni, sono oggetti essenzialmente inerti ed innocui; anche nelle loro incarnazioni più ignobili [ ] non possono provocare che danni scarsi, certo inferiori a quelli prodotti dall alcool o dal fumo o dallo stress aziendale. Alla loro debolezza intrinseca concorre il fatto che oggi ogni scritto è soffocato in pochi mesi dalla calca degli altri scritti che gli urgono dietro. Inoltre, le regole e i limiti, essendo storicamente determinati, tendono a mutare sovente: la storia di tutte le letterature è piena di episodi in cui opere ricche e valide sono state combattute in nome di principi dimostratisi poi ben più caduchi delle opere stesse; se ne può dedurre che molti libri preziosi devono essere spariti senza lasciare traccia, essendo stati sconfitti nella contesa mai finita fra chi scrive e chi prescrive come si deve scrivere. Dall alto della nostra epoca permissiva, i processi (veri processi, in tribunale) contro Flaubert, Baudelaire, D.H. Lawrence,2 appaiono grotteschi ed ironici come quello di Galileo, tanto grande appare oggi il dislivello fra i giudicati e i giudicanti: questi vincolati al loro tempo, quelli vivi per ogni prevedibile futuro. Insomma, dar legge al narratore è almeno utile. Detto questo, e rinunciando quindi enfaticamente a qualsiasi pretesa normativa, proibitiva o punitiva, vorrei aggiungere che a mio parere non si dovrebbe scrivere in modo oscuro, perché uno scritto ha tanto più valore, e tanta più speranza di diffusione e di perennità, quanto meglio viene compreso e quanto meno si presta ad interpretazioni equivoche. evidente che una scrittura perfettamente lucida presuppone uno scrivente totalmente consapevole, il che non corrisponde alla realtà. Siamo fatti di Io e di Es,3 di spirito e di carne, ed inoltre di acidi nucleici, di tradizioni, di ormoni, di esperienze e traumi remoti e prossimi; perciò siamo condannati a trascinarci dietro, dalla culla 1 avrebbe nuociuto perduta: è un pa- rere attribuito al primo ministro austriaco Metternich, il campione della Restaurazione. 2 contro Flaubert Lawrence: Gustave Flaubert venne processato per immoralità 298 a causa del suo romanzo Madame Bovary; Charles Baudelaire venne processato nel 1857 per la sua opera I fiori del male, giudicata offensiva per la morale pubblica e il buon costume; L amante di Lady Chatterley (pubblicato a spese dell autore nel 1928 a Firenze e proibito fino al 1960 in Inghilterra), romanzo di D.H. Lawrence, costò all autore un processo per pornografia. 3 Siamo fatti Es: i due princìpi riconosciuti da Sigmund Freud come strutturanti la personalità umana, insieme al Super-io.

Palestra di scrittura
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