T6 - Primo Levi, Idrogeno

Tipologia A PROSA Primo Levi, Idrogeno T 6 Il sistema periodico Il testo è tratto dal secondo racconto del libro Il sistema periodico (1975) di Primo Levi (Torino 1919-1987). Il volume, che intende far dialogare chimica e letteratura, è una raccolta di 21 racconti autobiografici, ciascuno avente per titolo uno degli elementi della tavola di Mendeleev. In Idrogeno, l autore racconta la nascita della sua vocazione di chimico e uno dei suoi primi esperimenti sull elettrolisi dell acqua in compagnia dell amico Enrico. 5 10 15 20 25 30 Era gennaio. Enrico mi venne a chiamare subito dopo pranzo: suo fratello era andato in montagna e gli aveva lasciato le chiavi del laboratorio. Mi vestii in un attimo e lo raggiunsi in strada. Durante il cammino, appresi che suo fratello non gli aveva propriamente lasciato le chiavi: era questa una formulazione compendiaria, un eufemismo, di quelli che si dicono a chi è pronto a capire. Il fratello, contrariamente al solito, non aveva nascosto le chiavi, e neppure se le era portate dietro; inoltre, aveva dimenticato di rinnovare ad Enrico la proibizione di impadronirsi delle chiavi medesime, e le minacce nel caso che Enrico avesse contravvenuto. Infine ed insomma: le chiavi c erano, dopo mesi di attesa; Enrico ed io eravamo ben decisi a non perdere l occasione. Avevamo sedici anni, ed io ero affascinato da Enrico. Non era molto attivo, e il suo rendimento scolastico era scarso, ma aveva virtù che lo distinguevano da tutti gli altri della classe, e faceva cose che nessun altro faceva. Possedeva un coraggio tranquillo e testardo, una capacità precoce di sentire il proprio avvenire e di dargli peso e figura. Rifiutava (ma senza scherno) le nostre interminabili discussioni, volta a volta platoniche, darwiniane, bergsoniane1 più tardi; non era volgare, non si vantava delle sue capacità sportive e virili, non mentiva mai. Era consapevole dei suoi limiti, ma non accadeva mai di sentirgli dire (come tutti ci dicevamo l un l altro, allo scopo di trovare conforto o di sfogare un malumore): Sai, credo proprio d essere un idiota . Era di fantasia pedestre e lenta: viveva di sogni come tutti noi, ma i suoi sogni erano saggi, erano ottusi, possibili, contigui2 alla realtà, non romantici, non cosmici. Non conosceva il mio tormentoso oscillare dal cielo (di un successo scolastico o sportivo, di una nuova amicizia, di un amore rudimentale e fugace) all inferno (di un quattro, di un rimorso, di una brutale rivelazione d inferiorità che pareva ogni volta eterna, definitiva). Le sue mete erano sempre raggiungibili. Sognava la promozione, e studiava con pazienza cose che non lo interessavano. Voleva un microscopio, e vendette la bicicletta da corsa per averlo. Voleva essere un saltatore con l asta, e frequentò la palestra per un anno tutte le sere, senza darsi importanza né slogarsi articolazioni, finché arrivò ai metri 3,50 che si era prefissi, e poi smise. Più tardi, volle una certa donna, e la ebbe; volle il danaro per vivere tranquillo, e lo ottenne dopo dieci anni di lavoro noioso e prosaico. 1 platoniche, darwiniane, bergsoniane: Platone (427-347) è il celebre discepolo di Socrate, di cui diffuse le idee nei suoi Dialoghi; Charles Darwin (1809-1882) è il naturalista inglese che per primo formulò la teoria dell evoluzione di tutti gli esseri vi- venti, compreso l uomo, da forme di vita inferiori; Henri Bergson (1859-1941), filosofo francese, è noto principalmente per la sua teoria dell evoluzione creatrice, secondo cui la vita scaturisce spontaneamente dalla materia inerte in obbedienza ad una necessità implicita nella materia stessa. [ndA] 2. contigui: collocati accanto alla realtà, non molto lontani da questa. [ndA] 243

Palestra di scrittura
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