T2 - Giosuè Carducci, Funere mersit acerbo

Verso la prima prova d esame Giosuè Carducci, Funere mersit acerbo T 2 Rime nuove Il sonetto è stato scritto da Giosuè Carducci (Valdicastello in Versilia 1835-Bologna 1907) a circa un mese dalla morte del figlio Dante (1867-1870): al bambino era stato dato lo stesso nome del fratello di Carducci, morto suicida nel 1857. La perdita del figlio è ricordata dal poeta in alcune straziate lettere e anche in altre poesie (per esempio Pianto antico). Il titolo di questo componimento, in latino, è una citazione dall Eneide di Virgilio, e in particolare del passo in cui Enea, giunto alle soglie dell Ade, è accolto dalle voci dei bambini morti (VI, 429, «in morte acerba li sommerse ). 4 O tu che dormi là su la fiorita collina t sca, e ti sta il padre a canto; non hai tra l erbe del sepolcro udita pur ora una gentil voce di pianto? 8 il fanciulletto mio, che a la romita tua porta batte: ei che nel grande e santo nome te rinnovava, anch ei la vita fugge, o fratel, che a te fu amara tanto. 11 Ahi no! giocava per le pinte aiole, e arriso pur di vis on leggiadre l ombra l avvolse, ed a le fredde e sole 14 vostre rive lo spinse. Oh, giù ne l adre sedi accoglilo tu, ché al dolce sole ei volge il capo ed a chiamar la madre. 2 collina t sca: il cimitero di Santa Maria a Monte, in Valdarno, a San Miniato al Tedesco. e ti sta a canto: e ti sta accanto Michele, padre del poeta, morto nell agosto del 1858. 6 tua porta batte: che bussa alla porta della tua tomba solitaria, lontana dal 194 mondo dei vivi. ei che: lui che (il fanciulletto mio, v. 5). 7 rinnovava: ricordava. 9 Ahi no!: No!, non fugge : al figlioletto la vita piaceva, non gli sembrava amara. pinte: variopinte. 10 e arriso pur: allietato soltanto. 12-13 adre sedi: luoghi scuri, neri, tristi (le rive, v. 12: il regno dei morti sopra citato).

Palestra di scrittura
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