Palestra di scrittura

la tipologia a Anche i nuovi, celebrati progressi scientifici (i nuovi epistèmi del primate a due piedi che in realtà sono works in regress) sono vacui e insensati, cosi come l uomo moderno, che è indiato, cioè reso un dio, mentre il cielo risulta ominizzato, cioè umanizzato, quindi concreto, senza più valori ideali e senza bisogno di appigli sacrali. Ridicole e senza senso si rivelano anche le fazioni politiche (gli uomini del partito comunista, teologi in tuta, e di quello democristiano, teologi paludati), la contestazione giovanile, i cliché del pensare comune (pubblica opinione). Nell ultima strofa il poeta torna a rivolgersi direttamente alla moglie morta: dove ora si trova non c è acqua né atmosfera, perché Mosca (pseudonimo poetico di Drusilla) ha lasciato la terra. la mancanza di lei, che si traduce in mancanza assoluta, a far piovere sul mondo rischiando di farlo affogare: l assenza, dunque, è l unica cosa che può soccombere sotto la pioggia. 2 La parola piove , ripetuta in anafora per ben 18 volte, richiama l immagine della pioggia battente e costante, ma indica anche la condizione di alienazione della società moderna e denuncia la cinica disillusione del poeta sull intera realtà. 3 Il testo di Eugenio Montale riprende in chiave evidentemente dissacrante il celebre componimento dannunziano La pioggia nel pineto. La poesia è composta da 8 strofe disuguali di versi anisosillabici (cioè composti da un numero differente di sillabe) legati tra loro da numerosi enjambement. Il tono è prosastico: la musicalità è data da rime sparse, rade, a volte interne (Ema : trema; bella : cartella; esattoriale : nazionale; seppia : greppia; Parlamento : vento; indiato : ominizzato), e da qualche assonanza (epistèmi : piedi, per esempio). Si noti la ripetizione ossessiva della parola piove, che compare per ben 18 volte, sempre a inizio di verso. La cadenza prosaica è resa anche attraverso i nomi dei luoghi, citati da Montale non tanto per offrire al lettore coordinate spaziali funzionali alla comprensione, né per inquadrare il contesto: sono invece utilizzati come metafore. Cosi San Felice / a Ema (vv. 14-15) indica il cimitero in cui è sepolta la moglie, e dunque la morte; via Solferino (v. 30) rappresenta il luogo di lavoro del poeta; Arcetri (v. 39), simboleggia la scienza. 4 I luoghi citati non intendono offrire al lettore coordinate spaziali. Valgono invece come metafore: San Felice / a Ema (vv. 14-15) indica il cimitero in cui è sepolta la moglie di Montale, e dunque la morte; via Solferino (v. 30) rappresenta il luogo di lavoro del poeta; Arcetri (v. 39), che è la località dove visse gli ultimi anni Galileo Galilei, simboleggia la scienza. INTERPRETAZIONE Piove fa parte della raccolta Satura, pubblicata da Montale nel 1971. Il libro, composto tra il 1962 e il 1970, oltre al ricordo della moglie scomparsa da poco Drusilla Tanzi, chiamata Mosca per gli occhialoni scuri che era solita indossare è dedicato alle riflessioni del poeta sulla realtà che lo circonda. Il titolo Satura non è casuale: riecheggia infatti le Satire di Orazio, componimenti poetici di vario argomento, accomunati dall osservazione dell umanità stolta e incastrata in un sistema distorto di valori e desideri. Allo stesso modo Montale, complice anche il lavoro come giornalista presso un prestigioso quotidiano, volge lo sguardo sul mondo a lui contemporaneo, mescolando al ritmo poetico un linguaggio più ruvido e quotidiano. In un saggio Montale parla del poeta Guido Gozzano come del primo autore novecentesco che seppe «attraversare d Annunzio : cosi lui procede nei confronti del poeta vate, autore che già aveva attaccato nei Limoni. In Piove, il tono di Montale è dunque prosastico, non solenne e ha un preciso riferimento oppositivo alla Pioggia nel pineto, di cui riprende e deforma l impianto metrico e a cui apporta cambiamenti a livello tematico. La pioggia di d Annunzio era reale, picchiettava sulla vegetazione quasi a creare un armonioso concerto e portava refrigerio all oppressione dell afa estiva; creava inoltre un coinvolgimento panico con la natura, sospendendo il tempo con l invito ad ascoltare «parole più nuove / che parlano gocciole e foglie / lontane . Qui invece la pioggia è metafora dello stillicidio che travaglia l uomo e simboleggia l assenza di suoni vitali, l assenza [ ] universale (vv. 36-37). La donna di d Annunzio, Ermione, era viva e avvicinata a una figura mitologica; quella di Montale è morta (Piove / sulla tua tomba). Montale quindi rovescia l ideologia del superuomo dannunziano nel racconto di una più sofferta e disincantata condizione umana, perfettamente in linea con la sua poetica: l unica certezza che si può brandire è ciò che non siamo, ciò che non vogliamo, come aveva scritto in Non chiederci la parola (Ossi di seppia). 171

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