I colori della STORIA - volume 2

LA ROMA IMPERIALE DA PERTINACE A GIULIANO La prima vittima dell instabilità politica fu Publio Elvio Pertinace, un valido comandante militare che nel 192 d.C., subito dopo la congiura contro Commodo, era stato eletto imperatore con il sostegno dei senatori. La sua nomina era stata motivata dalla stima di cui godeva presso il senato e dal fatto che al tempo della congiura rivestiva la carica di prefetto del pretorio. Per questo motivo, in teoria, avrebbe dovuto essere sostenuto anche dai pretoriani. Questi ultimi si aspettavano una gratificazione economica dal nuovo imperatore; Pertinace, invece, si preoccupò di risanare il bilancio statale, attraverso un impopolare politica di rigore economico e di riforma delle distribuzioni di alimenti e di terre che gli alienò il sostegno delle guardie imperiali. Dopo soli tre mesi dalla sua elezione, i pretoriani uccisero Pertinace e misero all asta l impero, promettendo di sostenere l ascesa al trono di chi offrisse loro più denaro. La gara fu vinta da Dìdio Giuliano, un ricchissimo senatore di origine italica (X LABORATORIO DELLE FONTI). La designazione di Giuliano fu approvata anche dal senato, timoroso che il vuoto di potere potesse provocare nuovi disordini. Ma la sua inadeguatezza a governare si mostrò subito in modo evidente. Giuliano doveva inoltre guardarsi dall ostilità degli eserciti stanziati nelle province, che non avevano riconosciuto la sua nomina. UNA NUOVA GUERRA CIVILE Alcuni contingenti militari si ribellarono all autorità di Giuliano, acclamando imperatori i propri generali: Clodio Albino in Britannia, Pescennio Nigro in Siria e Settimio Severo in Pannonia. Ne seguì una nuova guerra civile (193-197 d.C.), che per alcuni anni avrebbe lasciato Roma senza una guida riconosciuta. Nel 193 d.C., confidando nel sostegno dei pretoriani, Giuliano cercò di stabilire un patto con Settimio Severo, che era tornato in Italia e si era impadronito della flotta imperiale di stanza a Ravenna. Tuttavia, non esistevano le condizioni per una trattativa: Settimio Severo rifiutò l accordo e Giuliano, abbandonato anche dai pretoriani, fu ucciso da una congiura organizzata dai senatori. La guerra civile continuò per altri quattro anni: alla fine Settimio Severo riuscì a imporsi sugli avversari e a farsi riconoscere come nuovo imperatore di Roma nel 197 d.C. La sua ascesa al potere fu il segno della profonda trasformazione che aveva interessato l impero alle soglie del III secolo: Settimio Severo apparteneva infatti a una famiglia dell ordine equestre ed era originario di Leptis Magna (oggi in Libia), sulle coste settentrionali dell Africa. Il ruolo della penisola Italica e dell antica aristocrazia, ancora rappresentata dal senato, era ormai del tutto marginale. Ufficiali e pretoriani in un rilievo del II secolo d.C. IN SINTESI LA FINE DELL ET AUREA sostegno del senato politica di rigore economico ucciso dai pretoriani PERTINACE (192 d.C.) impero all asta GIULIANO (193 d.C.) inadeguato a governare guerre civili (193-197 d.C.) ucciso da una congiura dei senatori SETTIMIO SEVERO (197-211 d.C) appartenente all ordine equestre originario dell Africa settentrionale GUIDA ALLO STUDIO Perché il principato adottivo aveva garantito la stabilità dello Stato e il buon governo? In che modo Giuliano divenne imperatore? Di quali trasformazioni sociali e politiche è segno l ascesa al trono di Settimio Severo? Vittoria definitiva di Settimio Severo Impero di Settimio Severo 197 d.C. 197-211 d.C. 47

I colori della STORIA - volume 2
I colori della STORIA - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille