La rinascita culturale carolingia

9.1 L ET DEI CAVALIERI E CARLO MAGNO La rinascita culturale carolingia Nei secoli successivi al crollo dell impero romano, monasteri e istituzioni ecclesiastiche erano rimasti gli unici centri in grado di conservare e tramandare il sapere, non solo quello religioso, ma anche quello laico e pagano, salvando dall oblio parte del patrimonio culturale dell antichità classica. Carlo Magno, consapevole anche per motivi politici dell importanza della diffusione della cultura ( LABORATORIO DELLE FONTI), si appoggiò dunque ai chierici per incoraggiare l apertura di nuove scuole e favorire una maggiore alfabetizzazione della popolazione. In seguito al periodo di decadenza iniziato all epoca delle invasioni dei Germani, la società europea conobbe dunque una fase di ripresa degli studi e della trasmissione della cultura che gli storici hanno definito rinascita carolingia e che avrebbe esercitato un influenza fondamentale su tutta l epoca successiva. LA CULTURA ALLA CORTE DI CARLO MAGNO Tra i consiglieri di cui si circondò Carlo Magno vi erano numerosi intellettuali provenienti dai territori conquistati: il longobardo Paolo Diacono, il monaco sassone Alcuino, il visigoto Teodolfo d Orléans. Aquisgrana, durante il regno di Carlo, divenne polo d attrazione dei maggiori uomini di cultura del tempo. L interesse di Carlo Magno per la cultura aveva anche un significato politico. Solo con un adeguata preparazione scolastica, infatti, si sarebbe potuta formare una classe dirigente in grado di amministrare l impero in modo efficiente. Per favorire l alfabetizzazione, egli stabilì che le scuole dei monasteri venissero aperte anche ai non appartenenti al clero. Egli stesso fondò numerose scuole, la più importante delle quali ebbe sede nella reggia di Aquisgrana e fu per questo definita Schola palatina (cioè scuola del palazzo imperiale). La Schola palatina, la cui gestione fu affidata ad Alcuino, aveva in particolare lo scopo di fornire una solida formazione ai figli dei funzionari imperiali, cui venivano impartiti gli insegnamenti delle sette arti liberali che costituivano il sapere letterario e scientifico del tempo , divise nel trivio (grammatica, retorica e dialettica) e nel quadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia). Carlo Magno diede insomma un notevole impulso alla diffusione della cultura e favorì anche lo sviluppo delle arti, allo scopo di testimoniare la ricchezza e la grandezza del suo impero. Va detto però che, nonostante questo impegno, l istruzione rimase sostanzialmente un privilegio delle classi sociali più elevate, dal momento che contadini e artigiani vale a dire la maggioranza della popolazione erano privi delle risorse necessarie per permettere ai loro figli di frequentare le scuole. LABORATORIO DELLE FONTI I TESTI L attenzione di Carlo Magno per la cultura In questo breve brano, tratto da una lettera indirizzata da Carlo Magno alle istituzioni ecclesiastiche presenti nei territori da lui governati, emerge l importanza che il sovrano attribuiva alla diffusione della cultura all interno dell impero. Poiché è nostra cura che la condizione delle chiese vada sempre migliorando, ci preoccupiamo di restaurare con attenzione i libri antichi, che per il disinteresse dei nostri predecessori sono andati quasi completamente in rovina [ ]. Le letture per le preghiere notturne di cui disponevamo erano un opera inutile, per quanto motivata da giuste intenzioni, perché compilatori non sufficientemente capaci le avevano ordinate senza il nome degli autori ed erano piene a ogni passo di numerosi errori. Monumenta Germaniae Historica, Capitularum regum Francorum, Boretius, Hannover 1883. Quale errore Carlo Magno attribuisce ai copisti? 298 Conquista del regno longobardo Guerra contro gli vari 774 d.C. 796 d.C.

I colori della STORIA - volume 2
I colori della STORIA - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille