DOSSIER - La corona ferrea

L ALTO MEDIOEVO DOSSIER La corona ferrea ARTE La regina Teodolinda abbellì con splendidi monumenti la città di Monza (Lombardia), che durante il regno di Agilulfo divenne capitale estiva del regno longobardo. Qui risiedeva la corte nelle stagioni in cui il clima, a Pavia, era eccessivamente afoso. Oltre alle basiliche e al palazzo reale, Teodolinda fece edificare anche il celebre duomo, che arricchì di splendide opere d arte, di preziose reliquie e raffinati manufatti. In particolare, il duomo di Monza conserva ancora oggi la cosiddetta corona ferrea, che, a partire dall epoca longobarda, fu usata per incoronare tutti i re d Italia fino al XIX secolo. Secondo la tradizione, il fer- ro contenuto nella lamina circolare che si trova all interno della corona apparteneva a uno dei chiodi della croce di Cristo, recuperato da sant Elena, la madre dell imperatore Costantino, a Gerusalemme, nei luoghi in cui Gesù era stato crocifisso. La reliquia sarebbe poi giunta nelle mani della regina Teodolinda attraverso Gregorio Magno. La tradizione che legava l origine della corona alla passione di Cristo e, allo stesso tempo, al primo imperatore cristiano, la rese un oggetto di straordinario valore simbolico, che legittimava il potere di chi la portava ricollegandolo a un origine divina e affermando una continuità con l impero romano. segnato i secoli precedenti. Il concilio di Costantinopoli (680-681) aveva addirittura consolidato questa concordia, stabilendo la fine dei contrasti tra il papa e il patriarca bizantino. I rapporti tra Roma e Costantinopoli iniziarono però a deteriorarsi agli inizi dell VIII secolo, in seguito all appoggio dato dai patriarchi orientali alla corrente teologica che combatteva l uso e la venerazione delle immagini religiose, la cosiddetta iconoclastìa (di cui parleremo più approfonditamente nella prossima Unità). La frattura tra le due Chiese fu sfruttata dal re longobardo Liutprando (713-744) per invadere i territori bizantini nell Italia centrale, in particolare nel Lazio; qui il sovrano confidava nell appoggio dei cattolici, in rotta con la Chiesa orientale. In effetti la popolazione di origine romana non aveva La croce di Agilulfo, conservata nel Tesoro del Duomo di Monza. La corona ferrea che contiene una lamina in metallo ricavata, secondo la tradizione, da uno dei chiodi della croce di Cristo. particolari motivi per sostenere i Bizantini contro i Longobardi: l illusione di tornare a far parte dell impero era svanita dopo la guerra greco-gotica. A questi aspetti si aggiungeva anche la decisa opposizione del nuovo papa Gregorio II (715731) alla lotta contro le immagini sacre che la Chiesa orientale stava conducendo. Quando le popolazioni di Ravenna e di Roma si ribellarono al dominio bizantino, tra il 727 e il 733, Liutprando ne approfittò per occupare militarmente l esarcato. Tuttavia, sebbene l esercito imperiale fosse molto indebolito e sostanzialmente incapace di opporsi all avanzata longobarda, Liutprando non riuscì a completare la conquista del Lazio, anche perché questa mossa avrebbe determinato uno scontro con il papato che egli voleva evitare. Il sovrano longobardo, invece, donò al papa alcuni territori strappati ai Bizantini: con la donazione di Sutri (728 d.C.) si costituì il cosiddetto Patrimonio di San Pietro, il primo embrione del futuro Stato della Chiesa e del potere temporale dei papi. L ARRIVO DEI FRANCHI Il successore di Liutprando, Astolfo (749-756), riprese i progetti del predecessore, cacciando definitivamente i Bizantini (che intanto avevano ripreso Ravenna) dall esarcato e proseguendo la conquista del Lazio. Sembrava che tutta la penisola fosse a un passo dall essere unificata sotto il dominio longobardo. Concilio di Costantinopoli Regno di Liutprando Papato di Gregorio II 680-681 d.C. 713-744 d.C. 715-731 d.C. Donazione di Sutri 728 d.C. 179

I colori della STORIA - volume 2
I colori della STORIA - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille