DOSSIER - I barbari alle frontiere

6.1 LA DIVISIONE DELL IMPERO DOSSIER I barbari alle frontiere ARTE La drammaticità della crisi dell impero, aggravata dalle continue guerre e dalle epidemie che precedettero l ascesa al trono di Diocleziano, è descritta in modo eloquente nel rilievo marmoreo di questo monumento sepolcrale del III secolo d.C., il Sarcofago Ludovisi, oggi conservato al Museo nazionale di palazzo Altemps, a Roma. L opera raffigura una cruenta battaglia tra cavalieri romani e guerrieri germanici, con effetti di notevole enfasi e di coinvolgimento emotivo resi attraverso l intreccio dei corpi e con l uso del chiaroscuro. In questo groviglio di figure, attira l attenzione dell osservatore il personaggio situato al centro con il braccio alzato: raffigura probabilmente Ostiliano, figlio dell imperatore Decio (249-251), qui descritto nelle vesti di vincitore dei barbari . Il Sarcofago Ludovisi, conservato al Museo nazionale romano. Diocleziano, che insieme a Massimiano ricevette la carica di Augusto, mantenne la prefettura dell Oriente, con capitale Nicomedia. A Massimiano fu affidata la prefettura dell Italia, con capitale Milano, scelta al posto di Roma perché più vicina ai confini settentrionali e per la presenza di vie di comunicazione che la collegavano alle province periferiche. Massimiano controllava anche l Africa nordoccidentale. La prefettura dell Illirico, con capitale Sirmio (città situata sulla riva del Danubio, in Pannonia), fu attribuita a Galerio, Cesare di Diocleziano. La prefettura delle Gallie, con capitale Treviri (che si trova invece sul Reno, in Germania), fu affidata a Costanzo Cloro, Cesare di Massimiano. UN IMPERO PI SICURO E PI STABILE Il sistema della tetrarchìa avvicinava la capitale di ogni prefettura alle frontiere, rispondendo all esigenza di controllo diretto dei confini e permettendo a ogni tetrarca di comandare più efficacemente le legioni stanziate nelle proprie province. La frammentazione dell autorità imperiale era inoltre utile a garantire la stabilità istituzionale, limitando le ambizioni di potere dei comandanti militari. A questo obiettivo rispondeva anche l importante riforma dell esercito. Diocleziano 104 aumentò il numero complessivo dei soldati (arruolando tra l altro nelle file dell esercito i Germani), organizzandoli però in legioni più ristrette, in modo tale che i generali non potessero disporre di masse di manovra tanto ampie da mettere in pericolo la stabilità del potere imperiale. L esercito fu inoltre diviso in due settori: quello dei limitanei (da limes, confine ), soldati-contadini che risiedevano su fondi in loro possesso, ed erano quindi stanziati a difesa dei confini; e quello dei comitatenses, le truppe scelte destinate a seguire l imperatore o a intervenire nei luoghi in cui fosse richiesto. Immagine dei tetrarchi. Moneta d argento del periodo di Diocleziano raffigurante i quattro imperatori che fanno sacrifici davanti alle mura della città. Impero di Caro Impero di Diocleziano 282-283 d.C. 284-305 d.C.

I colori della STORIA - volume 2
I colori della STORIA - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille