La sera del dì di festa

L inevitabile scorrere del tempo La sera del dì di festa di Giacomo Leopardi, dai Canti In questa poesia, che fa parte dei Piccoli idilli, Leopardi affronta il tema dell estraneità del poeta alle gioie della giovinezza e quello dello scorrere del tempo che porta tutto via con sé. Dolce e chiara è la notte e senza vento, e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti posa, sta posa la luna, e di lontan rivela serena ogni montagna. O donna mia, pei balconi..., dalle finestre si vede qualche luce accesa già tace ogni sentiero, e pei balconi t accolse..., ti addormentasti facilmente tu dormi, che t accolse agevol sonno non ti morde cura, non hai preoccupazioni rara traluce la notturna lampa: nelle tue chete stanze; e non ti morde cura nessuna; e già non sai né pensi quanta piaga m apristi in mezzo al petto. Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno appare in vista, a salutar m affaccio, e l antica natura onnipossente, all affanno, per farmi soffrire che mi fece all affanno. A te la speme nego, mi disse, anche la speme; e d altro non brillin gli occhi tuoi se non di pianto. solenne, di festa Questo dì fu solenne: or da trastulli prendi riposo; e forse ti rimembra in sogno a quanti oggi piacesti, e quanti piacquero a te: non io, non già ch io speri, DENTRO IL TESTO METRO: endecasillabi sciolti Come negli altri Piccoli idilli, Leopardi sperimenta qui un linguaggio poetico nuovo, basato sulla musicalità del verso e sulla poetica del vago e dell indefinito , cioè sull uso di immagini che suggeriscono una lontananza indefinita nel tempo e nello spazio, e che evocano sensazioni non descritte in maniera definita. 92

I saperi fondamentali di letteratura - volume 2
I saperi fondamentali di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento