L'infinito

L’infinito


di Giacomo Leopardi, dai Canti

Una siepe impedisce a Leopardi di vedere l’orizzonte. Ma proprio la presenza di questo ostacolo porta il poeta a spaziare senza confini con l’immaginazione, nello spazio e nel tempo.

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quiete

io nel pensier mi fingo; ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l’eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare.

DENTRO IL TESTO

METRO: endecasillabi sciolti


Questa famosa poesia, composta nel 1819, apre la serie dei cinque “piccoli idilli”. L’infinito non descrive situazioni o fatti specifici, ma una riflessione intima e personale della vita del poeta.


In soli 15 versi Leopardi riesce a trasmettere la forza dell’immaginazione che permette all’anima di aprirsi alla grandezza del mondo (infinito silenzio, v. 10; l’eterno, v. 11; immensità v. 14)

VERIFICA

Rispondi alle domande


1. Nella poesia sono coinvolti:

  • vista.
  • udito. 
  • immaginazione. 
  • vista, udito e immaginazione.

2. La siepe impedisce:

  • lo sguardo. 
  • l’immaginazione.

3. Leopardi immagina un infinito:

  • dello spazio e del tempo. 
  • solo dello spazio.

4. Oltre alla siepe, quale altro elemento scatena l’immaginazione di Leopardi?

 


5. Quali parole, nel testo, indicano concetti “infiniti”?

 

I saperi fondamentali di letteratura - volume 2
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Dal Seicento al primo Ottocento