Sublime specchio di veraci detti (da Rime)

Sublime specchio di veraci detti


di Vittorio Alfieri, da Rime

In questo sonetto del 1786 il poeta si descrive prima dal punto di vista fisico e poi da quello psicologico, paragonandosi ad Achille (simbolo di coraggio) e a Tersite (simbolo di viltà).

Sublime specchio di veraci detti,

mostrami in corpo e in anima qual sono:

capelli, or radi in fronte, e rossi pretti;

lunga statura, e capo a terra prono;


sottil persona in su due stinchi schietti;

bianca pelle, occhi azzurri, aspetto buono;

giusto naso, bel labro, e denti eletti;

pallido in volto, più che un re sul trono:


or duro, acerbo, ora pieghevol, mite;

irato sempre, e non maligno mai;

la mente e il cor meco in perpetua lite:


per lo più mesto, e talor lieto assai,

or stimandomi Achille, ed or Tersite:

uom, se’ tu grande, o vil? Muori, e il saprai.

VERIFICA

Rispondi alle domande


1. Alfieri nelle sue tragedie, si concentra:

  • sulla trama.
  • sull’analisi psicologica dei personaggi. 
  • sull’uso di un linguaggio comprensibile da tutti.

2. Nel sonetto Alfieri dedica più spazio

  • alla descrizione fisica del suo ritratto.
  • alla descrizione del suo carattere.
  • alla descrizione del suo stato d’animo.

I saperi fondamentali di letteratura - volume 2
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Dal Seicento al primo Ottocento