Gli strumenti del geografo

Orientarsi nella realtà

Ogni volta che ti sposti da un luogo all’altro hai bisogno di sapere dove dirigerti e quale percorso scegliere. È facile quando ti muovi in luoghi che conosci bene, perché hai dei punti di riferimento sui quali basarti: una piazza, una chiesa, un’insegna. Non è così semplice invece quando devi orientarti in un luogo sconosciuto, per esempio in un paese o in una città che non sono quelli in cui abiti, o anche in zone diverse della tua stessa città, proprio perché vengono meno i punti di riferimento.

Pensa poi alle situazioni in cui è impossibile individuare punti di riferimento concreti, per esempio durante un volo aereo o una navigazione in alto mare. Certo, oggi esistono la bussola, le carte geografiche e, come vedremo tra poco, gli strumenti moderni come il GPS (Global Positioning System). Ma tutto questo è un patrimonio acquisito nei secoli… Come ci siamo arrivati?

Ricostruiamo il percorso dei geografi.

Orientarsi di giorno…

Fin dall’antichità i navigatori o i carovanieri che viaggiavano nel deserto cercarono di individuare dei punti di riferimento costanti, che indicassero direzioni precise e che rimanessero sempre validi e ben visibili da ogni luogo.

Il Sole fu certamente uno di questi: osservando il suo moto apparente nel cielo (“apparente” perché determinato in realtà dalla rotazione della Terra su se stessa), si possono infatti individuare quattro punti di riferimento, chiamati punti cardinali, come puoi vedere nel disegno sotto.

Durante il giorno, quindi, per trovare la direzione giusta basta osservare la posizione del Sole: Est, Ovest, Nord e Sud sono punti di riferimento fissi, riconoscibili da tutti e in qualunque luogo. Una volta individuati i punti cardinali, per orientarsi basta collegarli a elementi precisi del paesaggio: quell’albero isolato è in direzione sud, quella casa è a nord, quel campanile a est e così via. I punti cardinali ci consentono dunque di fissare dei riferimenti nello spazio che ci circonda e di definire la nostra posizione all’interno di esso.

... e di notte

Di notte, quando orientarsi con il Sole è impossibile, fin dall’antichità sono state le stelle a rappresentare importanti punti di riferimento.

Nel nostro emisfero il Nord è indicato dalla Stella Polare, una stella che si trova a un’estremità dell’Orsa Minore, una costellazione (gruppo di stelle) sempre visibile nel cielo e facilmente riconoscibile. Nell’altro emisfero, invece, la costellazione della Croce del Sud indica, appunto, il Sud.

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Orientarsi con il vento

Sole e stelle tuttavia non erano sufficienti: i naviganti si muovevano con imbarcazioni a vela e, per mantenere la rotta, avevano la necessità di riconoscere la direzione da cui soffiavano i venti rispetto al sistema di riferimento costituito dai quattro punti cardinali. Crearono così la rosa dei venti, nella quale sono indicate le posizioni intermedie rispetto ai quattro punti cardinali (cioè Nord-Est, Sud-Ovest ecc.): ognuna di esse coincide con la direzione da cui soffia uno dei venti principali.

Orientarsi con gli strumenti

L’orientamento con il Sole e con le stelle è spesso ostacolato dalle cattive condizioni atmosferiche. Ecco perché nel corso della storia sono stati messi a punto strumenti che permettono di orientarsi con qualsiasi tempo meteorologico, primo tra tutti la bussola. Inventata dagli antichi Cinesi, è dotata di un ago magnetico (cioè di una calamita) libero di ruotare su un perno fissato al centro di un quadrante. Un’estremità dell’ago (di solito colorata di rosso) si dispone sempre verso il Nord: una volta appoggiata la bussola su un piano, basta attendere che l’ago si fermi per conoscere la direzione del Nord e di conseguenza individuare, all’opposto, il Sud e poi gli altri punti cardinali.

Ai nostri giorni un sistema molto diffuso per localizzare un luogo e per orientarsi è quello legato alla tecnologia GPS, dall’inglese Global Positioning System, ossia Sistema di Posizionamento Globale. Questo sistema utilizza una rete di satelliti artificiali in orbita attorno alla Terra, ognuno dei quali emette un segnale radio: un ricevitore collegato a questa rete è in grado di calcolare con grande precisione la propria posizione. Anche il navigatore satellitare che oggi si usa sulle automobili non è altro che un ricevitore collegato ai satelliti del GPS.

Funzionamento e scopi analoghi hanno i servizi di cartografia digitale disponibili in Internet, come Google Maps e Google Earth. Grazie a questi servizi, con una connessione Internet e un supporto come un computer o uno smartphone, puoi in ogni momento conoscere la conformazione del territorio che ti circonda e ottenere informazioni utili allo studio e all’organizzazione dei tuoi spostament.

Puoi per esempio seguire il percorso di un fiume e organizzare itinerari misurando le distanze; oppure localizzare la via di una città e ottenere indicazioni sul percorso migliore per raggiungerla. L’uso di questi strumenti è interattivo e in continuo mutamento: ogni utente può arricchire il servizio di informazioni utili “caricando” testi e fotografie.

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