L’autore
Fabrizio De André nasce a Genova nel 1940. Di estrazione borghese, manifesta presto carattere irrequieto e talento musicale: parallelamente a un percorso scolastico piuttosto accidentato, studia il violino e la chitarra e, dopo il liceo classico, entra nell’ambiente della cosiddetta Scuola genovese, un gruppo di cantautori che, dai primi anni Sessanta, fanno scalpore nel mondo della musica leggera perché contrappongono, alla tradizione delle canzonette sentimentali, contenuti considerati spesso scandalosi rispetto alle convenzioni del tempo. Sono infatti centrali, nelle canzoni di De André, le figure degli “ultimi”: emarginati, prostitute, ribelli e sognatori, le cui storie smascherano, toccando la sensibilità del pubblico, le ipocrisie dei potenti e i conformismi bigotti della società. Esordisce con il pezzo Nuvole barocche nel 1961, ma la notorietà arriva solo con La canzone di Marinella, triste ballata romantica interpretata, nel 1968, dalla celebre cantante Mina. Nei suoi quarant’anni di carriera, De André pubblica tredici album in studio tra cui, interamente in genovese, Crêuza de mä (1984). I suoi testi sono fitti di echi letterari e di riferimenti culturali: ad autori americani (Edgar Lee Masters) e francesi (François Villon, Baudelaire e i “poeti maledetti” del secondo Ottocento), ma anche ai trovatori medievali e alla musica popolare italiana. Muore a Milano nel 1999.