L’autore
▶ T1, p. 114
▶ T1, p. 114
Un rapidissimo bozzetto: al tuono fragoroso, che rompe il silenzio della notte, risponde soave la ninna nanna di una madre.
Audiolettura
E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
5 e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s’udì di madre, e il moto di una culla.
Giovanni Pascoli, Myricae, a cura di G. Lavezzi, Rizzoli, Milano 2015
Quali suoni ti spaventano? Una porta che scricchiola, una risata isterica, l’ululare dei lupi, o magari appunto lo schianto assordante dei tuoni? Quest’ultimo fomenta una paura che colpisce anche gli animali (cani e gatti soprattutto) e ha un nome specifico: “tonitrofobia” (dall’unione di tonitrus, che in latino significa “tuono”, e phobos, “paura” in greco). Il problema è che spesso i tuoni echeggiano all’improvviso, come nella poesia di Pascoli, lacerando il silenzio e trascinando nel panico le persone sensibili al fenomeno, specie se salta la luce in casa, o se si trovano all’aperto e vedono i primi lampi all’orizzonte. L’eventualità di essere colpiti da un fulmine, va ricordato, è davvero rara: ma la paura che ci assale di fronte a questi fenomeni non tiene conto della probabilità…
La poesia si apre con una notazione visiva, alla quale fa seguito una serie di sensazioni acustiche. Ma sorprende l’incipit con la congiunzione E, che vuole dare l’impressione di un discorso già avviato, reso scorrevole dall’allitterazione della n. La notte nera è accostata al nulla (v. 1), simbolo della morte. Tale similitudine associa il colore a un concetto astratto, comunicando un senso di inquietudine: quello di un inerte, spaventato essere umano dinanzi alla forza della natura.
A questo punto lo stacco grafico crea un attimo di suspense, subito interrotto dal fragore del tuono, paragonato a un enorme masso che frana. La successione incalzante di ben sette verbi in quattro versi (rimbombò, ripetuto in anadiplosi, rimbalzò, rotolò, tacque, rimareggiò, vanì) costituisce un anticlimax, che dal momento dell’esplosione porta allo spegnersi dell’ultima eco. L’aspetto fonico collabora a evocare un’atmosfera sinistra: con virtuosismo esibito, infatti, Pascoli insiste su un registro sonoro cupo e grave, proponendo un’allitterazione delle vocali u e o, a imitazione del fenomeno atmosferico descritto.
1. Le locuzioni a un tratto (v. 2) e di schianto (v. 3) significano
2. A quale rumore viene paragonato il rimbombo del tuono?
3. Nel primo verso, oltre all’allitterazione, è presente un’altra figura retorica: quale?
Esaurito il rumore del tuono non torna il silenzio notturno ma, con effetto suggestivo, si leva il canto di una madre che ninna il proprio bimbo impaurito. Pascoli coniuga così il massimo di realismo con un evidente riferimento simbolico. L’amore trionfa sulle tempeste della vita: il nulla sul quale si era chiuso il verso iniziale trova infine un riscatto nella parola con cui rima, culla (v. 7). All’immagine minacciosa della natura, che nella notte nera scatena la sua potenza malefica, si contrappone un Soave (v. 6) gesto umano, che il poeta osserva in disparte, celandosi dietro un verbo impersonale: s’udì (v. 7).
4. La simmetria tra le parole-rima del primo e dell’ultimo verso (nulla-culla) suggerisce in realtà un’antitesi e allude a un contrasto presente nell’esistenza di tutti gli esseri viventi. Quale?
5. Individua nel testo tutti i termini e le espressioni relativi alle sensazioni uditive inserendoli nella tabella. Quali di questi hanno anche un valore onomatopeico?
Nomi | |
Verbi |
6. Il polisindeto è una figura sintattica che consiste nel collegare intere frasi, o elementi di una frase, attraverso congiunzioni ripetute. Individua nel testo e sottolinea i versi in cui ne compare un esempio.
7. Registri stilistici. Nella lirica sono presenti termini ed espressioni appartenenti a un registro linguistico quotidiano, ma anche a un registro aulico. Inseriscili nella tabella.
Registro colloquiale |
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Registro aulico |
8. Linguaggio figurato. Spiega il significato di queste espressioni in cui sono usati termini relativi ad agenti atmosferici e naturali e poi scrivi sul quaderno una frase con ciascuna di esse.
Significato | |
a) Essere una frana |
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b) Essere uno schianto |
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c) Essere un fulmine |
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d) Non essere un fulmine (di guerra) |
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e) Rannuvolarsi |
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f) Essere solare |
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g) Essere un fiume in piena |
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h) Rintronare (qualcuno) |
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i) Essere un tornado |
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j) Essere fra le nuvole |
9. Scrivere per confrontare. Puoi considerare questa poesia e la precedente, Temporale (▶ T2, p. 120), come un dittico? Perché? Esponi le tue considerazioni in massimo 20 righe.
10. Scrivere per raccontare. Quando eri bambino, avevi paura dei temporali? Perché? Racconta un episodio che ti è rimasto impresso in massimo 15 righe.
Che cosa sono i tuoni? Come e perché si formano? Svolgi una ricerca su questo argomento.
L’emozione della lettura - edizione gialla - volume B
Poesia e teatro