E così dicendo, sollevò la sua bacchetta, tentò una specie di complicata contorsione
e se la lasciò sfuggire di mano. Piton sorrise malignamente, mentre Allock
55 la raccoglieva lesto commentando: «Ohi, ohi!… la mia bacchetta magica è un po’
sovreccitata».
Piton si avvicinò a Malfoy, si piegò e gli bisbigliò qualcosa all’orecchio. Anche
Malfoy sorrise maligno. Harry guardò nervosamente Allock e disse: «Professore, potrebbe
mostrarmi di nuovo quella mossa per bloccare…?».
60 «Paura, eh?», borbottò Malfoy in modo che Allock non potesse udirlo.
«Ti piacerebbe!», fece Harry di rimando a labbra strette.
Allock batté allegramente sulla spalla di Harry: «Fai esattamente quel che ho
fatto io, Harry!».
«Cosa, far cadere la bacchetta?». Ma Allock non lo ascoltava più.
65 «Tre… due… uno… via!», gridò.
Malfoy sollevò rapido la bacchetta magica e gridò: «Serpensortia!».14
La punta della sua bacchetta esplose. Harry la fissava sbalordito mentre un lungo
serpente nero ne veniva letteralmente sparato fuori, cadeva pesantemente a terra e
si rizzava, pronto a colpire.
70 La folla arretrò rapidamente gridando.
«Non ti muovere, Potter», disse Piton con tono indolente,15 palesemente divertito
alla vista di Harry che, immobile, fissava negli occhi il serpente arrabbiato.
«Ci penso io a mandarlo via…».
«Mi consenta!», esclamò Allock. Brandì la sua bacchetta contro il rettile. Ci fu un
75 boato; anziché scomparire, il serpente volò a tre metri di altezza e poi ricadde a terra
con un gran tonfo.
Inferocito, sibilando furiosamente, strisciò verso Justin Finch-Fletchley, si eresse
un’altra volta, a zanne scoperte, pronto a colpire.
In seguito Harry si chiese che cosa l’avesse indotto ad agire. Non si rese neanche
80 conto di averlo fatto. Sapeva soltanto che le gambe lo avevano spinto in avanti,
come se avesse avuto le rotelle, e che aveva gridato stupidamente al serpente: «Lascialo
stare!». E come per miracolo – inspiegabilmente – quello si era accasciato a
terra, innocuo come un tubo di gomma per annaffiare, e ora guardava Harry. Harry
sentì dissolversi la paura dentro di sé. Sapeva che ora il rettile non avrebbe più attaccato
85 nessuno, anche se non avrebbe saputo spiegare cosa gliene desse la certezza.
Guardò Justin sorridendo e aspettandosi di vederlo rincuorato, o perplesso, o
anche grato… ma certamente mai arrabbiato e spaventato.
«A che gioco stai giocando?», gli gridò, e prima che Harry potesse dire una parola
gli aveva voltato le spalle ed era uscito di corsa dalla sala.
J.K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti, trad. di M. Astrologo, Salani, Milano 1999