[ITA] La reggenza dei verbi

ITA La reggenza dei verbi

Il verbo è un elemento necessario alla costruzione delle frasi e alla funzione comunicativa del discorso.

a. Verbi che si presentano ora come transitivi ora come intransitivi.

  • Combattere è:
    intransitivo quando significa “prendere parte a un combattimento”, “scontrarsi”;
    L’esercito ha combattuto valorosamente
    Il popolo combatteva per la libertà
    transitivo nel significato di “affrontare qualcuno in battaglia”, “avversare”, “contrastare”.
    Dobbiamo combattere le ingiustizie
  • Dominare dal latino domināri, passato a domināre nella tarda latinità, derivato di dŏminus (“padrone”), che viene a sua volta da dŏmus (“casa”), ha valore:
    transitivo, quando significa “soggiogare”;
    Ha vinto, dominando gli avversari
    intransitivo con significato di “esercitare il proprio dominio”.
    Roma dominò a lungo nel Mediterraneo, su molti popoli
  • Mirare è:
    transitivo nell’accezione di “guardare”, “osservare”, “ammirare”, di uso poetico;
    Mostrasi sì piacente a chi la mira (Dante Alighieri)
    intransitivo quando significa “puntare un’arma per colpire un bersaglio”, “prendere la mira”, “tendere a un obiettivo”.
    Il cecchino mirò alle gambe
    Sei ambizioso e miri al successo

b. Verbi che si presentano soltanto intransitivi ma che, in alcuni contesti particolari o nell’italiano antico, o per analogia a usi dialettali o regionali, possono ricorrere in forma transitiva.

  • Abusare nell’uso d’oggi è solo intransitivo con il significato di “fare un uso illegale, improprio o eccessivo di qualcosa” o “approfittarsi della disponibilità o debolezza di qualcuno” (Quel politico ha abusato della sua posizione per i propri interessi). Nell’italiano antico, soprattutto nella lingua letteraria, poteva ricorrere in costrutti transitivi, sempre nell’accezione di “usare qualcosa per fini non onesti” (Infuriossi allor Tancredi e disse: / Così abusi, fellon, la mia pietà?, Torquato Tasso).
  • Scherzare è comunemente usato nella forma intransitiva con il significato di “comportarsi in modo leggero e divertito”, “fare scherzi”, “prendersi gioco di qualcuno” (Tuo fratello scherza sempre). Esiste però anche un uso transitivo, raro e di provenienza lombarda, con significato di “deridere”, “beffare”, “canzonare”, “prendere in giro” (I compagni mi scherzano). L’uso transitivo compare anche, con chiare finalità ironiche e scherzose, come nella canzone di Elio e le storie tese John Holmes, che inizia con Quand’ero piccolo, tutti mi scherzavano...
  • Telefonare nel senso di “contattare qualcuno al telefono” è normalmente usato nella forma intransitiva; ha un uso transitivo nel significato di “comunicare qualcosa per telefono” (La madre le telefonò la notizia).
    La costruzione transitiva per il verbo “telefonare”, e anche per i verbi di movimento come entrare, uscire, salire e scendere è un tratto tipico dell’italiano regionale campano in cui, per ipercorrettismo rispetto al dialetto, che prevede il complemento oggetto introdotto dalla preposizione a (ho visto a tuo fratello), si tende a eliminare la preposizione, facendo così dipendere il complemento diretto da un verbo normalmente intransitivo (Esci il quaderno dalla cartella).
    Queste forme sono da considerarsi del tutto scorrette.

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Lavoriamo insieme cum sociis

   1. Scrivi una frase per ognuno dei significati dei seguenti verbi.


a. combattere

 

 


b. dominare

 

 


c. mirare

 

 


d. abusare

 

 


e. scherzare

 

 


f. telefonare

 

 

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2. Sottolinea i verbi e distingui se sono transitivi (T) o intransitivi (I); nel primo caso, indica anche il complemento oggetto.


 

Frase

T

I

Complemento oggetto

a.

I miei zii sono amanti della montagna.

     

b.

Giovanni abita in fondo alla via.

     

c.

Nel 1945 la resa del Giappone pose fine alla guerra.

     

d.

In autunno le foglie degli alberi cambiano colore.

     

e.

L’automobilista non ha rispettato la segnaletica.

     

f.

Il bambino giocava con la palla nel cortile.

     

g.

La nonna leggeva le favole alla nipotina.

     

h.

Ieri sera sono uscita con le amiche.

     

i.

Tutti i giorni mio padre compera il quotidiano.

     

l.

L’insegnante ha spiegato le consegne del compito.

     


3. Riconosci, quando presenti, le forme errate e correggile.


a. Ho chiamato a tuo fratello per dirgli della nostra decisione.

 


b. Ho telefonato a tuo fratello e le ho detto della nostra decisione.

 


c. Volevo informare tuo fratello della nostra decisione e gli ho telefonato.

 


d. Per informare tuo fratello della nostra decisione, l’ho telefonato.

 


e. Ieri sera la mamma mi ha chiesto di uscire il cane.

 


f. Tutte le sere porto fuori il cane e cammino per quasi un’ora.

 


g. Tutte le sere, anche se piove, scendo il cane e cammino per quasi un’ora.

 


h. «Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale». (E. Montale)

 


i. Ho sceso la valigia dalle scale, anche se era pesante, perché l’ascensore era guasto.

 


j. Uscì dalla borsa, che aveva rovesciato, cianfrusaglie di tutti i tipi.

 

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4. Individua nelle seguenti coppie di verbi quello transitivo e utilizzalo per formare una frase attiva con un complemento oggetto e una frase passiva.


a. noleggiare / accorrere

Frase attiva                                                                                                                                                      

Frase passiva                                                                                                                                                   


b. lodare / brindare

Frase attiva                                                                                                                                                      

Frase passiva                                                                                                                                                   


c. elaborare / risiedere

Frase attiva                                                                                                                                                      

Frase passiva                                                                                                                                                   

LAT La reggenza dei verbi latini

Nello studio del latino, bisogna tenere presenti numerosi verbi transitivi che, in pratica, possono comportarsi come intransitivi, non essendo accompagnati dal complemento oggetto. Il verbo, in questo caso, si dice che assume un valore assoluto.

Esempio

Odi et amo (Catullo) → Odio e amo

Amat haec mulier (Plauto) → Questa donna è innamorata


Possiamo ritrovare il valore assoluto di certi verbi transitivi in espressioni ellittiche tipiche del gergo militare.

  • appellĕre (sott. navem) → approdare
  • conscendĕre (sott. navem) → imbarcarsi
  • ducĕre, educĕre (sott. exercitum) → uscire in battaglia, marciare
  • merēre (sott. stipendium) → fare il servizio militare
  • movēre (sott. castra) → levare le tende
  • solvĕre (sott. navem, ancoram) → salpare
  • tenēre (sott. cursum) → dirigersi, veleggiare

Alcuni verbi possono essere sia transitivi sia intransitivi, ma cambiano anche il significato secondo l’uso. Eccone alcuni.


 

Transitivo

Intransitivo

cavēre

stare in guardia, evitare

provvedere [+ dativo]

consulĕre

consultare

avere cura di [+ dativo]

differre

rimandare

distinguersi, essere differente

manēre

attendere

rimanere

morari (deponente)

ritardare

indugiare

properare

accelerare

affrettarsi

providēre

prevedere

provvedere [+ dativo]

temperare

mescolare, governare

contenere [+ dativo]

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5. Fai oralmente l’analisi del periodo e l’analisi logica delle frasi e poi traducile.


a. Vexata ac lacerata classis Carales (“Cagliari”) tenuit. (Liv.)

 

 


b. C. Curio appellit ad eum locum, qui appellatur Anquillaria. (Caes.)

 

 


c. Profectus sum ex Italia et classem a Brundisio sole orto solvi (da Liv.)

 

 


d. Viginti naves cum mille armatis ad oram Italiae a Carthaginiensibus missae sunt; octo ad insulam Volcani tenuerunt. (da Liv.)

 

 


e. Cato stipendium meruit adulescens.

 

 



6. Traduci le frasi seguenti, poi indica se i verbi elencati nella successiva tabella sono transitivi o intransitivi; trascrivi il complemento che reggono, specificandone il caso.


a. Auguratus (auguratus, “funzione di augure”) petitionem (petitio, “candidatura”) mihi te concessisse dixisti. (Cic.)

 

 


b. Haec civitas propter Germaniae vicinitatem cultu et feritate (feritas, “crudeltà”) non multum a Germanis differebat. (Caes.)

 

 


c. Veterani quibus senatus semper diligentissime cavebat, non ad conservationem earum rerum quas habebant, sed ad spem novarum praedarum incitabantur. (Cic.)

 

 


d. M. Marcellus non solum in eo bello sociis consuluit, verum etiam (“ma anche”) hostibus temperavit. (Cic.)

 

 


e. Rem publicam maiores (“gli antichi”) bonis legibus temperaverunt. (Cic.)

 

 


f. Hannibal uno loco manebat, in castello quod ei a rege datum erat. (Nep.)

 

 


g. Nam de Carthagine silēre melius puto quam parum dicere, quoniam alio (“ad altro argomento”) properare tempus monet. (Sall.)

 

 



 

Verbo

T

I

Complemento

Caso del complemento

a.

concessisse

       

b.

differebat

       

c.

cavebat

       

d.

consuluit

       

e.

temperaverunt

       

f.

manebat

       

g.

properare

       

Sic!
Sic!
Grammatica latina per il primo biennio