Per la profonda umanità dei contenuti e per la schiettezza della vena lirica Il canzoniere di Saba si colloca tra le maggiori creazioni della poesia italiana contemporanea. In esso, una visione della realtà dominata dal pessimismo e dal senso quasi fatalistico del dolore convive con l’amore per le persone care, con l’interesse per le creature più umili e con un’acuta attenzione per gli aspetti più minuti della vita.
Si tratta di un’opera autobiografica, che si risolve in un diario intimo, in una confessione dai toni medi, fra il cantato e il parlato, fra l’aulico e il popolaresco, fra echi leopardiani e ritmi facili e cantabili tipici del melodramma: un esperimento, anche sul piano stilistico e formale, del tutto originale.
Sotto l’apparente semplicità del dettato si celano comunque contenuti complessi. Strumento essenziale per la comprensione della poesia di Saba è la psicanalisi, cui fa riferimento l’autore stesso nella sua Storia e cronistoria del Canzoniere, l’opera in cui analizza e commenta i propri versi. Proprio come avviene nell’interpretazione psicanalitica delle dinamiche psicologiche, infatti, anche nelle liriche di Saba sono i dettagli che, emergendo dai quadretti idillici o addirittura dimessi in esse tratteggiati, diventano rivelatori delle pulsioni talvolta anche violente presenti nell’inconscio.