Riprendendo un concetto già presente nello Stilnovo (Guido Cavalcanti, Voi che per li occhi mi passaste ’l core, ▶ T4, p. 177), Petrarca spiega al v. 10 che la passione è un’emozione che passa dalla vista (gli occhi) e giunge al core. Questo però è accaduto solo a lui, giacché Laura è inconsapevole del dramma che si svolge fra il poeta, lei stessa e Amore. Questi infatti non la molesta con le sue frecce, con le quali colpisce invece il poeta, perché sa che lei è inattaccabile grazie alla forza delle sue qualità morali. Da qui la critica del poeta ad Amore (non li fu honore / ferir me de saetta in quello stato, / a voi armata non mostrar pur l’arco, vv. 12-14), mentre il vocativo al v. 4 (donna), ripreso dal voi dell’ultimo verso, introduce quasi un garbato rimprovero anche a Laura, per avere, seppure inconsapevolmente, legato a sé il poeta.