Antologia della Divina Commedia

CANTO X Inferno 75 Ma quell altro magnanimo, a cui posta restato m era, non mutò aspetto, né mosse collo, né piegò sua costa; [73-75] Ma quell altro magnanimo, a richiesta del quale (a cui posta) mi ero fermato (restato m era), non mutò espressione (aspetto), né mosse il collo, né piegò il fianco; 78 e sé contin ando al primo detto, «S elli han quell arte , disse, «male appresa, ciò mi tormenta più che questo letto. [76-78] e riallacciandosi (sé contin ando) al discorso di prima (primo detto) disse: «Se essi hanno appreso male quell arte, ciò mi fa soffrire (mi tormenta) più di questo letto [pieno di fiamme]. 81 Ma non cinquanta volte fia raccesa la faccia de la donna che qui regge, che tu saprai quanto quell arte pesa. [79-81] Ma il volto (faccia) della donna che qui governa (regge) non sarà riacceso cinquanta volte, che tu saprai quanto sia difficile (pesa) quell arte [di ritornare dall esilio] . 84 E se tu mai nel dolce mondo regge, dimmi: perché quel popolo è sì empio incontr a miei in ciascuna sua legge? . [82-84] «Possa tu (E se tu) un giorno (mai) tornare (regge) nel dolce mondo [dei vivi], dimmi: perché quel popolo è così spietato (empio) verso i miei (incontr a miei ) in ogni sua legge? . 87 Ond io a lui: «Lo strazio e l grande scempio che fece l Arbia colorata in rosso, tal orazion fa far nel nostro tempio . [85-87] Per cui io (Ond io) [risposi] a lui: «La strage (strazio) e il grande scempio che fece [il fiume] Arbia colorato di rosso, fa sì che nel nostro tempio si faccia tale preghiera (orazion) . 90 Poi ch ebbe sospirando il capo mosso, «A ciò non fu io sol , disse, «né certo sanza cagion con li altri sarei mosso. [88-90] Dopo che sospirando ebbe scosso il capo, disse: «Non fui io solo a [fare] una simile cosa (ciò), né certamente avrei agito (sarei mosso) con gli altri senza motivo (cagion). prende è il verbo al passato ebbe, che crede utilizzato per riferirsi a una persona deceduta. Guido, in realtà, era ancora vivo nel momento in cui Dante immagina di compiere il suo viaggio (morirà pochi mesi dopo, nell agosto del 1300). 73. quell altro magnanimo: Farinata. Magnanimo, in senso letterale, significa uomo dall animo grande e nobile: caratteristiche fin qui espresse da Farinata sia con la gestualità sia con le parole. a cui posta: Dante si era fermato in questo punto su richiesta di Farinata (piacciati di restare in questo loco, v. 24). 77. S elli appresa: Farinata si riferisce ai membri della sua casata (elli) e all arte di tornare in patria dopo l esilio, riprendendo l espressione di Dante al verso 51. 79-81. Ma non ... pesa: nella mitologia classica la regina dell Inferno era Proserpina, moglie di Plutone, identificata anche con la Luna. A questa si riferisce Farinata con l oscura espressione la donna che qui regge: prima che la faccia della Luna sia illuminata cinquanta volte cioè prima che vi siano cinquanta lune piene e quindi passino altrettanti mesi Dante stesso imparerà quanto sia difficile tornare dall esilio. La profezia anticipa a Dante quel che sarebbe avvenuto a Firenze di lì a poco: la guerra intestina continuò anche dopo la definitiva sconfitta dei ghibellini; il partito guelfo, infatti, si divise in due gruppi, i bianchi e i neri; i secondi presero il potere nel 1301 ed esiliarono i loro nemici, tra i quali Dante. Per qualche anno il poeta tentò di rientrare in città insieme ai compagni, ma nel giugno del 1304, ossia cinquanta mesi dopo l immaginario incontro con Farinata, rimase solo e abbandonò le speranze, avendo appunto appreso quanto fosse difficile l arte di tornare dall esilio. 82. E se tu: è una formula di augurio, in cambio della quale Farinata chiede a Dante (dimmi) di rispondere alla sua domanda. 83. quel popolo: i fiorentini. 85-86. Lo strazio ... rosso: Dante si riferisce alla battaglia di Montaperti del 1260, combattuta tra i guelfi e i ghibellini guidati da Farinata e risoltasi con un terribile massacro dei guelfi. L Arbia è un piccolo fiume che scorre vicino a Montaperti, che Dante descrive tinto di rosso dal sangue dei morti e dei feriti. Il ricordo della strage aveva generato un odio eterno, da parte dei guelfi fiorentini, contro Farinata e i suoi discendenti. 87. orazion ... tempio: è una metafora* basata sulla sovrapposizione tra i luoghi della politica e della religione. Il termine tempio indica qui il palazzo comunale, orazion (propriamente le preghiere) è metafora di leggi , di deliberazioni che si prendono in assemblea. Anticamente, del resto, poteva accadere che i governanti fiorentini si riunissero in chiesa per deliberare. 88. sospirando mosso: per la prima volta da quando è comparso sulla scena, Farinata muta il suo atteggiamento, che da duro e sdegnoso si fa più malinconico e meditativo. Ancora una volta, sono i gesti realisticamente descritti (lo scuotere la testa, il sospirare) a esprimere il pensiero e il sentimento del personaggio. 89. A ciò: a compiere la strage nella battaglia di Montaperti. 69

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