Antologia della Divina Commedia

93 Ma fu io solo, là dove sofferto fu per ciascun di tòrre via Fiorenza, colui che la difesi a viso aperto . [91-93] Ma fui io solo, laddove da tutti (per ciascun) fu accettato (sofferto) di distruggere (tòrre via) Firenze (Fiorenza), quello che la difese a viso aperto . 96 «Deh, se riposi mai vostra semenza , prega io lui, «solvetemi quel nodo che qui ha nviluppata mia sentenza. [94-96] «Possa (se) un giorno (mai) trovare pace (riposi) la vostra discendenza (semenza) , lo pregai io, «scioglietemi (solvetemi) il dubbio (nodo) che ha impedito ( nviluppata) il mio parlare (sentenza). 99 El par che voi veggiate, se ben odo, dinanzi quel che l tempo seco adduce, e nel presente tenete altro modo . [97-99] Se capisco (odo) bene, sembra (El par) che voi vediate (veggiate) in anticipo (dinanzi) quello che il tempo porta con sé (seco adduce), ma nel presente siete (tenete) in un altra condizione (modo) . 102 «Noi veggiam, come quei c ha mala luce, le cose , disse, «che ne son lontano; cotanto ancor ne splende il sommo duce. [100-102] «Noi vediamo, come colui che ha cattiva vista (mala luce), le cose che sono lontane [nel tempo]; solo di tanto (cotanto) ci illumina (ne splende) ancora Dio (sommo duce = guida suprema). 105 Quando s appressano o son, tutto è vano nostro intelletto; e s altri non ci apporta, nulla sapem di vostro stato umano. [103-105] Quando si avvicinano (s appressano) o sono [presenti], la nostra conoscenza (intelletto) è del tutto vuota (vano); e se qualcun altro (altri) non ci informa (apporta), nulla sappiamo (sapem) della vostra condizione di vivi (vostro stato umano). 108 Però comprender puoi che tutta morta fia nostra conoscenza da quel punto che del futuro fia chiusa la porta . [106-108] Perciò (Però) puoi comprendere che la nostra conoscenza sarà (fia) del tutto annullata (morta) nel momento (punto) in cui (che) sarà chiusa la porta del futuro . 111 Allor, come di mia colpa compunto, dissi: «Or direte dunque a quel caduto che l suo nato è co vivi ancor congiunto; [109-111] Allora, come colpito (compunto) dalla mia colpa [cioè sentendomi in colpa] dissi: «Direte a quello che è caduto che suo figlio ( l suo nato) è ancora unito (congiunto) ai vivi; 114 e s i fui, dianzi, a la risposta muto, fate i saper che l fei perché pensava già ne l error che m avete soluto . [112-114] e se prima (dianzi) io non risposi (fui... a la risposta muto) fategli sapere che lo feci perché già pensavo al dubbio (error) che voi mi avete risolto (soluto) . 91-93. Ma fu io solo ... difesi: nel consiglio di Empoli (là dove) seguito alla battaglia di Montaperti, i ghibellini toscani discussero se distruggere completamente Firenze. Farinata rivendica di essere stato l unico a opporsi al progetto, riuscendo a bloccarlo. Lo fa riprendendo la formula linguistica con cui al verso 89 (in forma negativa: non fu io sol) aveva ammesso di essere stato uno dei protagonisti della battaglia di Montaperti. Dante ieri e oggi 93. a viso aperto: significa apertamente , senza nascondere la propria identità , e quindi, in senso figurato, coraggiosamente . una metafora* di origine cavalleresca, nata dall abitudine dei cavalieri di mantenere 70 la visiera dell elmo abbassata per non farsi riconoscere; solo i più coraggiosi osavano mostrare apertamente il viso, da cui l espressione a viso aperto come metafora di atteggiamento audace e impavido. 94. Deh semenza: deh è un interiezione dell italiano antico che introduce una preghiera o un augurio; analogo valore beneaugurante ha anche il se mai, già visto al verso 82. Farinata, con le sue parole, ha dimostrato un amore sincero per Firenze: Dante-personaggio glielo riconosce e, dopo il duro scambio di battute della prima parte del dialogo, ora auspica che gli Uberti possano trovare pace. Dante-autore si sente legato alla figura di Farinata da un destino comune: sono entrambi uomini di parte, ma entrambi dediti alla patria e per questo costretti a sofferenze e persecuzioni. 98. quel adduce: cioè il futuro. Dante ha capito che i dannati conoscono gli eventi futuri (Farinata gli ha predetto l esilio) ma non quelli del presente (Cavalcante non sa se il figlio sia vivo o meno). 100. quei luce: i dannati, come i presbiti, vedono bene le cose lontane ma non quelle vicine. 106-108. Però porta: alla fine dei tempi, quando non ci sarà più alcun futuro (del futuro fia chiusa la porta), i dannati non potranno conoscere più nulla. 110. quel caduto: cioè Cavalcante, nei confronti del quale Dante si sente in colpa per non essere riuscito a spiegare che Guido è ancora vivo.

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