Antologia della Divina Commedia

CANTO XII Paradiso 3 Sì tosto come l ultima parola la benedetta fiamma per dir tolse, a rotar cominciò la santa mola; [1-3] Non appena (Sì tosto) la fiamma benedetta [l anima di san Tommaso] prese (tolse) a dire (per dir) l ultima parola, la santa ruota (mola) cominciò a girare; 6 e nel suo giro tutta non si volse prima ch un altra di cerchio la chiuse, e moto a moto e canto a canto colse; [4-6] e non terminò (tutta non si volse) il suo giro prima che un altra [mola] la circondasse (di cerchio la chiuse), e inserisse a tempo (colse) il [proprio] movimento (moto) nel movimento (moto) [della prima mola] e il [proprio] canto nel canto [della prima mola]; 9 canto che tanto vince nostre muse, nostre serene in quelle dolci tube, quanto primo splendor quel ch e refuse. [7-9] un canto che così tanto (tanto), in quelle dolci trombe (tube), supera (vince) le nostre muse [terrene] e le nostre sirene, quanto il raggio di luce (splendor) diretto (primo) [supera] quello che lui stesso ha generato per riflesso (quel ch e refuse). 12 Come si volgon per tenera nube due archi paralelli e concolori, quando Iunone a sua ancella iube, [10-12] Così come (Come) si piegano (si volgon) attraverso una nube evanescente (tenera) due archi paralleli (paralelli) e formati dagli stessi colori (concolori ) [due arcobaleni] quando Giunone dà ordini (iube) alla sua ancella, 15 nascendo di quel d entro quel di fori, a guisa del parlar di quella vaga ch amor consunse come sol vapori, [13-15] nascendo quello esterno (quel di fori) da quello interno (di quel d entro), nella maniera (a guisa) del parlare di quella errante (vaga) [per l aria] che amore consumò (consunse) come [fa] il Sole (sol) con i vapori, 18 e fanno qui la gente esser presaga, per lo patto che Dio con Noè puose, del mondo che già mai più non s allaga: [16-18] e rendono qui [in Terra] l umanità certa [presaga cioè presciente , quindi sicura], per il patto che Dio stipulò (puose) con Noè, che il mondo non sarà mai più inondato (s allaga): SAN BONAVENTURA DA BAGNOREGIO Al secolo Giovanni Fidanza, nacque a Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel 1217 circa. Colpito da una grave malattia nella prima fanciullezza, fu votato dalla madre a san Francesco, come lui stesso racconta. Compì studi teologici a Parigi e lì entrò nell ordine francescano nel 1243. Divenne quindi maestro in teologia, impegnandosi a difendere gli ordini mendicanti contro gli attacchi dei dottori parigini: per 1-6. Sì tosto colse: la ghirlanda di beati torna a girare su sé stessa appena san Tommaso, indicato con la perifrasi* benedetta fiamma, termina il proprio discorso. Compare una seconda corona di anime, che si accorda perfettamente alla prima nella danza e nel canto; la replicazione delle due parole chiave suggerisce la sincronia delle azioni (in particolare canto, ripreso all inizio del verso successivo). La mola è letteralmente la ruota della macina che, come i beati, ruota in cerchio orizzontalmente. 7-9. canto refuse: il canto celeste supera la poesia e l armonia (indicate, secondo il simbolismo classico, rispettivamente con muse e serene) dei mortali in quelle PERSONAGGI questo dal 1257 fu eletto ministro generale dell ordine. A lui si devono varie opere di carattere teologico, tra cui la Legenda Maior, la biografia ufficiale di san Francesco, a cui Giotto si ispirò per il ciclo di affreschi della basilica superiore di Assisi. Nel 1273 divenne cardinale vescovo di Albano. Morì durante il Concilio di Lione, che si prefiggeva di ristabilire unità tra la Chiesa latina e quella greca ortodossa. Fu canonizzato nel 1482. dolci note (le tube, un latinismo* che significa letteralmente trombe , sono le melodie prodotte dai dodici beati), come la luce diretta supera quella riflessa in intensità. 10-18. Come s allaga: le tre terzine costituiscono il primo elemento di una lunga e articolata similitudine* (le due corone sono in perfetto accordo come due arcobaleni paralleli e identici) che tra perifrasi* e citazioni si prolunga fino al verso 21. 12. quando Iunone iube: l origine dell arcobaleno è qui ricondotta al mito antico (narrato da Ovidio e Virgilio), secondo cui quando Giunone, moglie di Zeus e madre degli dèi, ordinava alla sua ancella e messaggera Iride di scendere in Terra, questa formava un arcobaleno con la sua scia. 14-15. a guisa vapori: il fenomeno del doppio arcobaleno generato dal riflesso dell uno sull altro è accostato a quello dell eco, che nasce da una riflessione della voce. Il poeta quindi ricorda il mito di Eco, la bella ninfa che si innamorò, non ricambiata, di Narciso, e che per questo si consumò di dolore, diventando mera voce errabonda (vaga). 17-18. per lo patto s allaga: come si legge nel libro della Genesi, al termine del diluvio universale Dio strinse un alleanza con Noè, suggellandola con un arcobaleno e assicurando che non sarebbero più avvenuti diluvi di quella portata distruttiva. 305

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