Antologia della Divina Commedia

21 così di quelle sempiterne rose volgiensi circa noi le due ghirlande, e sì l estrema a l intima rispuose. [19-21] così le due ghirlande di quelle rose eterne (sempiterne) giravano (volgiensi) intorno a noi (circa noi) e così (sì ) quella esterna (l estrema) a quella interna (l intima) rispose (rispuose). 24 Poi che l tripudio e l altra festa grande, sì del cantare e sì del fiammeggiarsi luce con luce gaud ose e blande, [22-24] Dopo che la danza di gioia (tripudio) e l altra grande esultanza (l altra festa grande), sia del cantare sia del reciproco fiammeggiare (fiammeggiarsi) di luce con luce, gioiose (gaud ose) e benevole (blande), 27 insieme a punto e a voler quetarsi, pur come li occhi ch al piacer che i move conviene insieme chiudere e levarsi; [25-27] insieme in uno stesso istante (punto) e a una stessa volontà (voler) si fermarono (quetarsi), proprio (pur) come agli occhi che secondo (al) il desiderio (piacer) che li (i) muove avviene (conviene) di chiudersi e di aprirsi (levarsi) insieme; 30 del cor de l una de le luci nove si mosse voce, che l ago a la stella parer mi fece in volgermi al suo dove; [28-30] dall interno (del cor) di una delle luci nuove (nove) [appena giunte] si mosse una voce che, nel farmi volgere (volgermi ) verso il posto dove stava (suo dove), mi fece simile (parer mi fece) all ago [della bussola] verso (a) la Stella [Polare]; 33 e cominciò: «L amor che mi fa bella mi tragge a ragionar de l altro duca per cui del mio sì ben ci si favella. [31-33] e cominciò [a parlare]: «L amore che mi fa bella mi spinge (tragge) a parlare (ragionar) dell altra guida (duca), a causa della quale (per cui) della mia (del mio) [guida] così bene (sì ben) qui (ci ) si parla (favella). 36 Degno è che, dov è l un, l altro s induca: sì che, com elli ad una militaro, così la gloria loro insieme luca. [34-36] giusto (Degno) che, dove c è l uno, sia introdotto (s induca) l altro: cosicché (sì che), come essi (elli) combatterono (militaro) insieme (ad una) [per la stessa fede], così la loro gloria risplenda (luca) insieme. 39 L essercito di Cristo, che sì caro costò a r armar, dietro a la nsegna si movea tardo, sospeccioso e raro, [37-39] L esercito di Cristo, che era costato (costò) così tanto (sì caro) fornire nuovamente di armi (r armar), si muoveva (movea) lento, (tardo), dubbioso (sospeccioso) e poco numeroso (raro) dietro l insegna [la Croce], 42 quando lo mperador che sempre regna provide a la milizia, ch era in forse, per sola grazia, non per esser degna; [40-42] quando l imperatore ( mperador) che regna in eterno (sempre) provvide (provide) alla truppa (a la milizia), che era in pericolo (in forse), solo per grazia (per sola grazia), non perché [la milizia] ne fosse (esser) meritevole (degna); 19-21. così rispuose: ecco il secondo termine del paragone iniziato al verso 10: le corone dei beati si incurvano intorno a Dante e Beatrice, in perfetta corrispondenza di movimento e melodia. 22-30. Poi che dove: il complesso paragone* è da intendersi così: una volta cessate la danza (indicata con il latinismo* tripudio, antica danza religiosa romana), il canto e la vicendevole emissione di bagliori di gioia e carità (festa grande), le due corone si fermano nel medesimo istante proprio come gli occhi, che di fronte a un oggetto che li stimoli, si aprono e si chiudono necessariamente insieme. 29-30. l ago dove: Dante paragona sé stesso all ago calamitato che punta verso nord. La bussola, introdotta dagli arabi nel 306 XII secolo, divenne presto un immagine ricorrente nella poesia duecentesca. 31-36. e cominciò luca: l anima che prende la parola, pur senza rivelare il proprio nome, si dichiara francescana e ricorda come le belle parole pronunciate da san Tommaso per san Francesco costituiscano una lode anche di san Domenico (X Personaggi); ritiene quindi giusto che si parli più diffusamente anche di quest ultimo, in modo che, come combatterono assieme per il medesimo fine, la loro gloria risplenda contemporaneamente. Si noti come la terzina compresa tra i versi 34-36 corrisponda perfettamente a quella dei versi 40-42 del canto XI. 34. s induca: il vocabolo è tratto dal linguaggio teatrale e vale propriamente mettere in scena , introdurre . 37. L essercito di Cristo: La metafora* della Chiesa paragonata all esercito di Dio è espressa con chiarezza già in apertura di verso, e prosegue, nelle due terzine successive, attraverso l impiego di un lessico militare (r armar, v. 38; nsegna, v. 38; mperador, v. 40; milizia, v. 41). 37-38. sì caro a r armar: dopo il peccato originale, fu molto doloroso riarmare il popolo di Cristo con la fede e le armi necessarie per resistere al peccato, poiché fu necessaria la morte di Cristo (attraverso la misericordia e la giustizia di Dio). 40. lo mperador che sempre regna: è una perifrasi* per Dio, sovrano eterno. 42. per sola grazia: si sottolinea qui la distanza tra l immensa carità divina e la Chiesa immeritevole.

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