Il tesoro della letteratura - volume 3

Il primo Novecento mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. 15 E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. 11-12 mentre si levano calvi picchi: men- tre le cicale friniscono sulle colline brulle. tremuli scricchi: il canto delle cicale è come un tremolante scricchiolìo. 15-16 com è muraglia: come tutta la vi- ta e le sue sofferenze siano paragonabili a questo procedere lungo un muro. Il poeta riprende il motivo, al tempo stesso concreto e metaforico, del muro che impedisce ogni slancio e rinchiude co- me in una prigione l esistenza umana. 17 cocci aguzzi di bottiglia: sono i frammenti taglienti di vetro, infissi nel muro dell orto per impedire che i ladri lo scavalchino. Dentro il TESTO Una desolata sospensione Lo sguardo sul male La struttura del componimento 956 I contenuti tematici L annullarsi del tempo, al culmine di un assolato giorno estivo, è una situazione tipica di Alcyone, dove contribuisce a determinare la fusione tra l uomo e il sensuale paesaggio tirrenico. Montale riprende questo motivo, però al panismo subentra una sensazione di irrimediabile «disarmonia trasposta in un luogo brullo e scosceso, teatro di un amara meditazione sul significato della vita, paragonata a un insensato procedere lungo un invalicabile rovente muro d orto (v. 2). La natura non si presta qui a un contatto sereno, ma rispecchia l aridità dello spirito, quasi intorpidito nel suo monotono viaggio su terreni screpolati dal calore, coperti di pruni e sterpi (v. 3), circondati da calvi picchi (v. 12). La luminosità accecante si rifrange sulla superficie del mare, che scintilla in lontananza come un ristoro potenzialmente consolante, ma in realtà lontano e perciò non raggiungibile. Il frenetico movimento delle formiche, nella seconda strofa, allude alla condizione umana e ricorda una celebre pagina dello Zibaldone, dove Giacomo Leopardi si china a osservare «un giardino di piante, d erbe, di fiori , scoprendovi una miniatura dell universale sofferenza in cui si dibatte il creato. Anche Montale rovescia il motivo tradizionale classico del locus amoenus*, senza ricavarne però, come Leopardi, un moto di ribellione, ma soltanto un senso di avvilita impotenza. Lo sguardo del poeta progressivamente si alza, dalle crepe del suolo (v. 5) alle onde del mare, e di qui ai calvi picchi (v. 12) che si ergono nei paraggi. Infine l osservazione attenta cede il campo a una riflessione, che ne è conseguenza: la progressione dei verbi percettivi (ascoltare, spiar, Osservare ) culmina nel sentire della quarta strofa, che indica al tempo stesso una sensazione fisica e un sentimento interiore. Il rovente muro d orto (v. 2) diviene muraglia (v. 16) insuperabile: vivere equivale a costeggiarla, sapendo che ogni tentativo di scavalcarla è impedito dai cocci aguzzi di bottiglia (v. 17) che la sormontano, suggellando l irrimediabile destino di solitudine dell uomo. Le scelte stilistiche Inizialmente alla figura del poeta nella lirica fanno diretto riferimento soltanto due aggettivi, pallido e assorto (v. 1), che sottolineano il suo distacco emotivo da ciò che lo circonda. Nella quarta strofa il sentire con triste meraviglia del v. 14 indica però un mutato atteggiamento: all inizio il poeta è in quella condizione di fiacca meditazione tipica

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi