I testi

Eugenio Montale Ossi di seppia in sintesi Il tono della poesia di Montale è alto: il lessico è ricco, spesso prezioso e ricercato, non privo di neologismi. A vocaboli raffinati se ne mescolano altri tratti dalla pratica musicale e dal gergo marinaresco ligure. In nome della precisione e della pertinenza, Montale, come Pascoli, preferisce termini esatti e concreti a quelli vaghi e indistinti. I suoi versi si sviluppano in periodi ampi e ricchi di subordinate, fra cui predominano le ipotetiche. Lessico e sintassi All unità di tono, alto e impostato, che contraddistingue la raccolta corrisponde infine un estrema varietà lessicale. Il vocabolario degli Ossi di seppia è ampio e sorprendente: Montale adopera un lessico ricco e assai poco ripetitivo, in cui abbondano i termini usati una sola volta, spesso coniati dall autore («infoltarsi, dispiumare, lameggiare ). vero che nei Limoni ( T6, p. 950) egli tiene a distinguersi dai «poeti laureati , che «si muovono soltanto fra le piante / dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti (il riferimento polemico al sublime dannunziano è scoperto e, al tempo stesso, inevitabile). Tuttavia altrove è facile imbattersi in termini preziosi e ricercati: aggettivi come adusto, falotico, ignito, raffinati termini della pratica musicale, o anche vocaboli del gergo marinaresco ligure, tutti scelti in virtù dell attitudine alla precisione che accomuna Montale a Pascoli. Quest ultimo nutriva gravi riserve sulla predilezione dei poeti italiani per il «vago , che aveva consentito a Leopardi di cantare una «donzelletta che «reca in mano un mazzolin di rose e viole , sebbene queste fioriscano in stagioni diverse: ebbene, proprio allo stesso modo dell autore di Myricae, Montale predilige il termine esatto e concreto, meglio se fonicamente espressivo, provvisto di un asprezza in grado di correlarsi al tema dell aridità interiore che viene trasferita nel paesaggio. Sul piano sintattico, mentre nei componimenti meno estesi prevale il gusto per il parallelismo (che fa di tanti ossi brevi dei piccoli meccanismi perfetti), i testi più lunghi si distendono in periodi ampi e ricchi di subordinate, tra le quali prevalgono le ipotetiche, adatte a esprimere i dubbi che attanagliano il poeta. La principale giunge spesso alla fine del periodo, a chiudere un ragionamento che conosce molteplici articolazioni, complicate dalla frequenza degli incisi. I testi Temi e motivi dei testi antologizzati T6 I limoni T7 Non chiederci la parola T8 Meriggiare pallido e assorto T9 Spesso il male di vivere ho incontrato T10 Forse un mattino andando in un aria di vetro T11 Cigola la carrucola del pozzo T12 Upupa, ilare uccello calunniato il paesaggio scabro la fugace illusione suggerita dai limoni il senso di disarmonia l opposizione natura/città una poetica in negativo i poeti non possiedono formule risolutive, bensì parole smozzicate e secche come rami la concretezza delle immagini rimanda all aridità esistenziale il monotono scorrere del tempo si traduce nei verbi all infinito il paesaggio come metafora dell esistenza vivere è come camminare lungo un muro sormontato da vetri appuntiti le immagini della sofferenza universale la «divina Indifferenza la tecnica del correlativo oggettivo l inganno delle apparenze la rivelazione del nulla gli «uomini che non si voltano il tentativo fallito di salvare un ricordo l evanescenza della memoria il lavoro distruttore del tempo l upupa uccello diurno annunciatore della primavera l apparizione dell uccello come piccolo miracolo che sospende il tempo 949

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi