Il tesoro della letteratura - volume 3

Il secondo Ottocento 45 50 55 60 65 70 E noi viviam, famelici di fede o d altri inganni, rigirando il rosario monotono degli anni, dove ogni gemma brilla di pianto, acerba stilla fatta d acerbo duol. Talor, se sono il dèmone redento che s indìa, sento dall alma effondersi una speranza pia e sul mio buio viso del gaio paradiso mi fulgureggia il sol. L illus on libellula che bacia i fiorellini l illus on scoiattolo che danza in cima ai pini l illus on fanciulla che trama e si trastulla colle fibre del cor, viene ancora a sorridermi nei dì più mesti e soli e mi sospinge l anima ai canti, ai carmi, ai voli; e a turbinar m attira nella profonda spira dell estro id ator. 44 di fede inganni: la fede religiosa è equiparata a una menzogna. 47 ogni gemma: ogni grano del rosario, cioè ogni anno della nostra vita, continuando la metafora della corona mariana per indicare il succedersi degli anni. 48 acerba stilla: lacrima amara. 49 acerbo duol: dolore bruciante. 51 s indìa: si avvicina a Dio; indiarsi è neologismo dantesco (Paradiso, IV, 28: «D i Serafin colui che più s india ). 52 alma: anima. 56 fulgureggia: risplende. 62-63 che trama del cor: che si diverte a tessere una tela con i fili del sentimento. 67 ai carmi: alla poesia. 68-70 a turbinar estro id ator: mi spinge nelle ampie spirali del turbine della creazione artistica. 94 75 80 85 90 95 E sogno un Arte eterea che forse in cielo ha norma, franca dai rudi vincoli del metro e della forma, piena dell Ideale che mi fa batter l ale e che seguir non so. Ma poi, se avvien che l angelo fiaccato si ridesti, i santi sogni fuggono imp uriti e mesti; allor, davanti al raggio del mutato miraggio, quasi rapito, sto. E sogno allor la magica Circe col suo corteo d alci e di pardi, attoniti nel loro incanto reo. E il cielo, altezza impervia, derido e di protervia mi pasco e di velen. E sogno un Arte reproba che smaga il mio pensiero dietro le basse immagini d un ver che mente al Vero e in aspro carme immerso sulle mie labbra il verso bestemm ando vien. 71 eterea: celeste, paradisiaca. 72 che ha norma: che trova le sue leg- gi nel cielo. 73 franca vincoli: libera dalle regole stringenti. 78-79 angelo fiaccato: il caduto chèrubo dei vv. 3-4. 83 mutato miraggio: l illusione negativa, opposta a quella precedente, positiva. 86 Circe: la maga che nel IX libro dell Odissea trasforma i compagni di Ulisse in porci, qui simbolo delle attrattive di quei piaceri materiali che abbassano l uomo al rango puramente animale. 87 pardi: leopardi. attoniti: inebetiti. 88 incanto reo: il malvagio incantesimo che hanno subìto e che li ha trasformati da uomini in animali. 89 impervia: difficile da raggiungere. 90 protervia: arroganza. 91 mi pasco: mi nutro. velen: malvagità. 92 reproba: empia e ribelle. 93 smaga: distoglie, fa smarrire (Dante, Purgatorio, III, 10-11: «la fretta, / che l onestade ad ogn atto dismaga e XIX, 20: «che marinari in mezzo mar dismago ). 94 basse: volgari. 95 un ver al Vero: una verità, quella della realtà materiale, che contraddice la presunta Verità degli ideali, della metafisica e della religione. 96 aspro carme: poesia sgradevole, sia nei contenuti sia nelle forme. 98 bestemm ando: come una bestemmia.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi