3 - La negatività della Storia

Eugenio Montale in sintesi In Ossi di seppia e nelle Occasioni il vissuto personale del poeta e la Storia collettiva restano in secondo piano dietro la ricerca teorica e formale dell essenzialità che caratterizza il lavoro di Montale. Nonostante la concentrazione sul tema esistenziale del «male di vivere , Montale non rinuncia ad assumere chiare e responsabili posizioni politiche: nel 1925 firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti promosso da Benedetto Croce e nel 1938 rifiuta la tessera del Partito fascista, perdendo l impiego al Gabinetto Vieusseux. Nelle raccolte uscite dopo la Seconda guerra mondiale, La bufera e altro e Satura, compaiono riferimenti alla vita politica e sociale, al nazismo, allo stalinismo, ai nuovi partiti di massa italiani la Democrazia cristiana e il Partito comunista che deludono le sue aspettative. Montale rivendica la coerenza delle proprie scelte di campo, sempre lontane dalle ideologie dominanti. 3 La negatività della Storia «La condizione umana In un intervista rilasciata nel 1951, Montale afferma: «L argomento della mia poesia (e credo di ogni possibile poesia) è la condizione umana in sé considerata; non questo o quell avvenimento storico. Ciò non significa estraniarsi da quanto avviene nel mondo; significa solo coscienza, e volontà, di non scambiare l essenziale col transitorio. Non sono stato indifferente a quanto è accaduto negli ultimi trent anni; ma non posso dire che se i fatti fossero stati diversi anche la mia poesia avrebbe avuto un volto totalmente diverso. [ ] Avendo sentito fin dalla nascita una totale disarmonia con la realtà che mi circondava, la materia della mia ispirazione non poteva essere che quella disarmonia . Gli Ossi di seppia in effetti si concentrano quasi esclusivamente sul «male di vivere del poeta, inserendo nella riflessione su un presente indecifrabile e oppressivo solo rari richiami al vissuto personale e collettivo. sorprendente come, tra questi, la Grande guerra resti relegata a un ruolo del tutto secondario. In ciò Montale si differenzia dagli altri poeti chiamati alle armi, che diedero grande risalto all esperienza al fronte, fossero ufficiali come Filippo Tommaso Marinetti, Clemente Rebora, Piero Jahier o semplici fanti come Giuseppe Ungaretti, che proprio nelle trincee scoprì la sua vena lirica più autentica. L antifascismo Come precisa il poeta nell intervista citata, ciò non implica un disinteresse nei confronti della realtà politica e sociale circostante. Negli anni in cui il fascismo è al potere, egli non teme di porsi pubblicamente all opposizione. Mentre Ungaretti ottiene da Mussolini una prefazione alla ristampa del suo Porto sepolto, Montale firma il manifesto promosso da Benedetto Croce per la libertà della cultura, fa pubblicare gli Ossi di seppia a Piero Gobetti, uno dei più fieri avversari del regime, e non prende la tessera del Partito fascista, a costo di perdere l impiego al Gabinetto Vieusseux (come accade nel 1938). Nelle Occasioni, uscite di lì a poco, il doloroso ripiegamento sul privato è dovuto anche a questo contesto, che per evidenti ragioni di opportunità non può essere nominato se non in alcune allusioni cifrate (per esempio alla «fede feroce nazista, in Dora Markus). Le stesse motivazioni costringono Montale, nel 1943, a pubblicare Finisterre in Svizzera, dove l epigrafe tratta dal poeta barocco francese Théodore-Agrippa d Aubigné, che sfida i governanti («le loro mani servono soltanto a perseguitarci ), non avrebbe creato problemi. La «nuova palta Rimasta così a lungo sotto la superficie, la grande Storia può finalmente emergere nella Bufera e altro, dove entra in un complesso rapporto dialettico con l ipotesi di un amore salvifico, incarnato dalla figura di Clizia, come si vedrà più avanti. Per la prima volta compaiono riferimenti politici espliciti: al nazismo nella Primavera hitleriana, alle purghe ordinate da Stalin nel Sogno del prigioniero. In Piccolo testamento Montale rivendica con orgoglio le proprie scelte di campo, sempre lontane dalle ideologie dominanti, ieri il fascismo, oggi quelle dei partiti di massa come la Democrazia cristiana e il Partito comunista, accomunate ai suoi occhi dalla necessità di una fede cieca e ottusa. Il dopoguerra delude le aspettative del poeta, che in Satura lamenta il dilagare di una «nuova palta (cioè una nuova melma, un nuovo pantano) in cui si affonda senza scampo. La Storia «magistra di niente Nell ultima stagione poetica si moltiplicano le riflessioni di Montale sul senso complessivo da assegnare all eredità del passato, che viene investita da uno scetticismo radicale, intriso di sarcasmo. La Storia non premia né punisce secondo un criterio, «non è magistra / di niente che ci riguardi : non è cioè in grado di dare alcun insegnamento alle generazioni future, con un ribaltamento del detto latino historia magistra vitae (cioè la storia maestra di vita). Questa considerazione ha peraltro dei risvolti 933

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi