Arrigo Boito

Il secondo Ottocento in sintesi Arrigo Boito La vita Arrigo Boito nasce a Padova nel 1842, ma a soli 11 anni si trasferisce a Milano con la madre. Qui studia e si diploma al conservatorio. Viaggia a lungo per l Europa; al suo ritorno stringe amicizia con Emilio Praga, con cui partecipa alla Terza guerra d indipendenza. Nei decenni finali dell Ottocento la sua attività letteraria conosce un notevole sviluppo e si fa intensa. Nel 1912 è nominato senatore del Regno d Italia. Nel 1918 muore a Milano. Gli studi musicali Arrigo Boito (battezzato con i nomi di Enrico Giuseppe Giovanni) nasce a Padova nel 1842, secondogenito di un pittore bellunese e di una contessa polacca. Dopo aver compiuto i primi studi a Venezia, dal 1853 si stabilisce con la madre a Milano, dove frequenta il conservatorio (si diplomerà in composizione nel 1861). Dopo la morte della madre, avvenuta nel 1859, viene affidato alla tutela del fratello maggiore Camillo. L amicizia con Emilio Praga Tra il 1861 e il 1862 Boito compie un lungo viaggio in Europa, che lo porta, tra l altro, in Francia (soprattutto a Parigi), Germania, Belgio, Gran Bretagna e Polonia. Alla fine del 1862 torna a Milano, dove stringe amicizia con il poeta e pittore Emilio Praga. Nel 1864 dirige la rivista Figaro , uno dei tanti fogli della pubblicistica scapigliata, e due anni dopo partecipa con Praga alla Terza guerra d indipendenza arruolandosi volontario al seguito di Garibaldi. Tornato a Milano, si dedica all attività letteraria, come poeta, narratore e librettista. La notorietà Gli ultimi due decenni dell Ottocento segnano il definitivo ingresso di Boito nella cultura ufficiale italiana. Intrattiene contatti con Fogazzaro, Verga, Capuana, De Roberto e intreccia una relazione con la celebre attrice teatrale Eleonora Duse. Nel 1912 riceve la nomina a senatore del Regno e muore a Milano sei anni più tardi, nel 1918. Le opere Le prime prove letterarie di Boito risalgono agli anni Sessanta dell Ottocento. In particolare, nel 1864 pubblica in rivista il poemetto Re Orso (che uscirà in volume nel 1873), mentre sono del 1867 i racconti L alfier nero e Iberia. L attività letteraria di Boito ha il suo periodo di maggior sviluppo a partire dagli anni Settanta. Egli scrive racconti e libretti d opera. Scrive anche i libretti di due melodrammi per Giuseppe Verdi. poi autore di numerose poesie, raccolte nel Libro dei versi. L accostamento di immagini antitetiche è una tipicità della produzione di Boito, ricca di contrasti. Altro tratto caratteristico dei suoi testi è la componente sarcastica e ironica. Spesso, poesie con incipit seri sono sdrammatizzate e rovesciate da ironici finali a sorpresa. 92 Racconti, libretti d opera e poesie Gli anni Settanta rappresentano per Boito il periodo di massimo fervore creativo. Dà infatti alle stampe i racconti Il pugno chiuso (1870), La musica in piazza (1870-1871), Il trapezio (1873-1874) e svolge un intensa attività di librettista d opera, nell ambito della quale rivede il Mefistofele, già messo in scena nel 1868, ma con scarso successo. Nel 1877 pubblica Il libro dei versi, una raccolta che unisce i componimenti poetici scritti negli anni precedenti, alcuni già editi in riviste. Per Giuseppe Verdi scrive i libretti dei melodrammi Otello (1887) e Falstaff (1893). Nel 1901 pubblica il libretto dell opera Nerone di cui firma anche la partitura musicale che però sarà messa in scena soltanto dopo la morte dell autore, nel 1924, con la direzione di Arturo Toscanini. I contrasti dualistici e il gusto del gioco In tutta la produzione di Boito è centrale la componente dualistica, motivo peculiare della Scapigliatura ( p. 85), che dà origine a violenti contrasti tra «vita e morte, passato e presente, poesia e prosa, con un alternarsi di toni ora macabri, ora ironici, ora fantastici, ora realistici , come scrive lo studioso Francesco Spera, individuando nella «scoperta della letteratura del male l innovazione cruciale di Boito (e della Scapigliatura in generale). C è nell autore, tuttavia, anche un accentuata vena sarcastica e paradossale, che nasce dalla percezione di quanto sia irrimediabilmente vecchio e superato il repertorio romantico e romanticheggiante: da qui un carattere tipico delle sue poesie, che spesso rovesciano ironicamente nel finale, in modo inaspettato, una situazione iniziale seria o drammatica.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi