T1 - La poesia onesta (Quello che resta da fare ai poeti)

Il primo Novecento in sintesi L antinovecentismo di Saba Saba approda così a una poetica di tipo antisimbolista, antidecadente (soprattutto antidannunziana) e nettamente antinovecentista, lontana cioè dal filone della poesia pura espresso dall Ermetismo. L autore continuerà a rivendicare questa scelta lungo tutto il suo percorso, fino a renderla esplicita in Storia e cronistoria del Canzoniere (1948), testo di grande importanza per una piena comprensione della sua poetica. L intera opera dell autore triestino pur con accenti diversi nelle sue varie fasi appare perciò lontana dalla ricerca di uno stile puro e di un linguaggio assoluto. Egli ritiene che il poeta debba rifarsi alla grande tradizione italiana che va da Dante e Petrarca (presenza evidente sin dal titolo della sua raccolta poetica) a Leopardi, evitando però lo stile solenne a favore di un linguaggio complessivamente più semplice, come dichiara nella lirica Amai: «Amai trite parole che non uno / osava. M incantò la rima fiore / amore, / la più antica difficile del mondo . Semplicità e trasparenza, paradossalmente, sono obiettivi più difficili da raggiungere rispetto all oscurità di molta parte della poesia del tempo. Nell adottare uno stile dimesso e quotidiano Saba recupera le forme essenziali della metrica tradizionale, avendo a esempio Dante, Petrarca e Leopardi, e rifiuta lo sperimentalismo metrico prevalente nella lirica europea del suo tempo, dal Simbolismo all Ermetismo. Le conseguenze sul piano formale Ne consegue, dal punto di vista formale, il rifiuto dello sperimentalismo metrico prevalente nella lirica europea tra Otto e Novecento, a vantaggio di un recupero della tradizione. Del patrimonio retorico e stilistico classico Saba fa un uso per così dire artigianale e antieloquente: la rima e la verseggiatura raffinata, l iperbato, l enjambement, l uso sapiente della metafora sono tutte testimonianze di una poesia colta, che però egli inserisce in uno stile dimesso; la storia letteraria è conosciuta e interiorizzata dal poeta, ma i suoi modi vengono applicati a tematiche semplici e quotidiane. T1 La poesia onesta Quello che resta da fare ai poeti Verità e menzogna Presentiamo alcuni brevi stralci dell articolo scritto da Saba nel 1911, un documento molto importante per la comprensione dell arte e della personalità dell autore. della letteratura Ai poeti resta da fare la poesia onesta. 5 10 15 C è un contrapposto,1 che se può sembrare artificioso, pure rende abbastanza bene il mio pensiero. Il contrapposto è fra i due uomini nostri più compiutamente noti che meglio si prestano a dare un esempio pratico di quello che intendo per onestà e disonestà letteraria: è fra Alessandro Manzoni e Gabriele d Annunzio: fra gli Inni Sacri e i Cori dell Adelchi, e il secondo libro delle Laudi e la Nave: fra versi mediocri ed immortali e magnifici versi per la più parte caduchi.2 L onestà dell uno e la nessuna onestà dell altro, così verso loro stessi come verso il lettore (perché chi ha un candido3 rispetto per l anima propria, lo ha anche, all infuori della stima o disistima,4 per quella cui si rivolge) sono i due termini cui può benissimo ridursi la differenza dei due valori. A chi sa andare ogni poco5 oltre la superficie dei versi, apparisce6 in quelli del Manzoni la costante e rara cura di non dire una parola che non corrisponda perfettamente alla sua visione: mentre vede che l artificio del d Annunzio non è solo formale ma anche sostanziale, egli si esagera o addirittura si finge passioni ed ammirazioni che non sono mai state nel suo temperamento: e questo imperdonabile 1 contrapposto: contrapposizione. 2 caduchi: destinati a cadere, cioè a es- sere dimenticati. 880 3 candido: genuino. 4 all infuori della stima o disistima: indipen- dentemente da quanto si stimi il prossimo. 5 ogni poco: spesso. 6 apparisce: forma meno comune per appare .

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi