T7 - Dichiarazione (Piero Jahier)

Letteratura e Grande guerra La trincea come luogo comunitario La trincea, dove i soldati vivono in una totale promiscuità, rappresenta dunque una sorta di disadorno microcosmo nel quale è possibile ripristinare, almeno, una rete di disincantata affinità. L individualismo borghese si attenua e l alienazione può essere fronteggiata da una rinnovata relazione umana. Tale sentimento di vicinanza caratterizza molti resoconti dei letterati italiani: lo abbiamo già colto nella poesia ungarettiana († p. 811), che rende alla perfezione questa disposizione alla fratellanza nel sacrificio, la quale assume i contorni di un vero e proprio slancio religioso. Nonostante tutto, la guerra finisce davvero per donare un valore nuovo all esistenza, riscattata e riscoperta nel suo significato originario, quasi puro e primordiale. La guerra plurale di Piero Jahier Così scopriamo una guerra non più declinata al singolare né più affrontata come iniziativa privata o prova di coraggio eroica e individuale (come in d Annunzio, per esempio), ma una guerra plurale, in cui il noi corale realizza, per così dire, l ideale democratico di una collettività unita nella semplicità di un esistenza essenziale. Ecco allora i versi di Piero Jahier (18841966), che da tenente decide di intitolare la propria raccolta di poesie Con me e con gli alpini (1919). Si badi bene alla congiunzione con , assai ricorrente nei testi di questo poeta, che sottolinea appunto lo stare insieme, il ritrovarsi accanto all altro, in una sorta di simbiosi o di rinnovata comunicazione. Quelli di Jahier sono, non a caso, canti di marcia , inni di un movimento continuo, quasi senza meta, in cui la fatica e la pena dell esperienza bellica non vengono vissute in solitario, ma sempre condivise. Mentre molti altri cercano nella trincea l occasione di conquistare gloria e medaglie, il poeta qui è spinto alla guerra solo dal desiderio di immedesimarsi con la sorte della povera gente, di quel popolo di contadini e di montanari che incarnano le virtù dell uomo autentico e con i quali egli intende confondersi sino al momento della fine. ¥ T7 ¥ Dichiarazione Piero Jahier 5 10 Altri morirà per la Storia d Italia volentieri e forse qualcuno per risolvere in qualche modo la vita. Ma io per far compagnia a questo popolo digiuno che non sa perché va a morire popolo che muore in guerra perché mi vuol bene per me nei suoi 60 uomini comandati siccome è il giorno che tocca morire. Altri morirà per le medaglie e per le ovazioni ma io per questo popolo illetterato che non prepara guerra perché di miseria ha campato la miseria che non fa guerre, ma semmai rivoluzioni. 1-2 Altri vita: qualcuno è felice all idea di sacrificare la propria vita per la grandezza dell Italia e qualcun altro è felice di dare uno scopo alla propria esistenza (risolvere in qualche modo la vita). 868 3 digiuno: non solo di cibo, ma anche di consapevolezza. 5-6 popolo comandati: «il plotone comandato da Jahier, se va a morire, lo fa solo per obbedire a un uomo che ha impa- rato ad amare. comunque un sentimento d amore reciproco (Caliaro). 7 siccome morire: poiché è il giorno in cui ci sarà battaglia. 9 illetterato: privo di cultura.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi