L’atteggiamento dualistico nei confronti della realtà

La Scapigliatura in sintesi La predilezione per le immagini di morte e per i suoi aspetti più fisici e concreti è segno di una disperazione interiore. Gli Scapigliati non credono in una dimensione metafisica che possa dare un senso alla vita e alla morte. In un simile contesto, anche la figura femminile subisce una trasformazione. La donna cessa di essere una figura salvifica e assume sembianze sgradevoli e, a tratti, diaboliche. I segni della disperazione D altra parte, l ossessione per la morte e il gusto del macabro possono essere considerati sintomi di un rapporto problematico con la vita e di una personalità nevrotica. Sono, di fatto, anche la conseguenza della perdita di un orizzonte metafisico. Se la morte non è più la tappa di un processo esistenziale, ma un evento terribile perché privo di un senso trascendente, essa non riveste più alcun significato, e dunque può soltanto essere osservata nei suoi aspetti materiali e fisiologici: la rigidità del corpo morto, la consunzione del cadavere, i vermi che lo divorano, l orrido sono il segno di una profonda disperazione, spesso sinceramente avvertita, al di là di certe pose scandalose esibite. La sgradevolezza dell immagine femminile Nel solco di questa ricerca del disgusto si colloca la propensione a rappresentare la figura femminile come brutta, sgraziata, malata, vampiresca e satanica, in opposizione ai modelli letterari della tradizione che la raffiguravano come angelicata e salvifica. Donne fosche anziché chiare : nel romanzo breve Fosca (1869) di Tarchetti, Fosca e Clara sono proprio i due personaggi-prototipi femminili, rispettivamente nero e solare ; il protagonista finirà per essere attratto proprio da Fosca, una donna malata e isterica, pur sapendo che l amore per lei lo condurrà alla rovina e all annientamento. L atteggiamento dualistico nei confronti della realtà Nei confronti del Positivismo gli Scapigliati hanno un atteggiamento ambivalente. Ne sono attratti perché la scienza può sconfiggere ignoranza e dogmatismi legati alla religione; ne sono però al contempo spaventati perché il minuzioso studio scientifico della realtà vanifica il concetto di assoluto. Gli Scapigliati polemizzano contro l industrializzazione e rimpiangono il mondo puro e incontaminato della campagna. Nei loro scritti descrivono in modo dettagliato e realistico gli esiti negativi di questo processo. Per esempio, lamentano la trasformazione cui è stato sottoposto il paesaggio naturale per fare spazio alle nuove tecnologie moderne. La diffidenza verso la scienza Un bersaglio polemico degli autori scapigliati è la scienza positivista, con la sua pretesa di spiegare e razionalizzare tutto l esistente. A prima vista ciò potrebbe sembrare una contraddizione: nei loro testi, infatti, sono spesso presenti medici, anatomisti, scienziati, pratiche di esperimenti e autopsie di cadaveri, luoghi quali laboratori, ospedali, musei anatomici. Ma ciò si può spiegare rilevando come i sentimenti verso il Positivismo con la sua fede nell industria, nella scienza, nel progresso siano ambivalenti: da un lato gli Scapigliati ne sono attratti, perché lo vedono come una luce capace di dissipare le tenebre dell ignoranza e l oscurantismo della religione tradizionale; dall altro, però, ne sono spaventati, in quanto lo studio analitico e oggettivo della realtà mortifica quell ansia di assoluto che era uno dei cardini della poetica romantica e che appare anche come una loro sincera aspirazione. Uno dei miti positivistici per eccellenza, il progresso, viene infatti demistificato e corroso: alla fiducia nella ragione si contrappone il gusto dell occulto e del paranormale; la modernizzazione della società viene vista con spavento come il prevalere di una visione della vita materialista e orientata al culto del profitto. La negatività dello sviluppo industriale e la nostalgia della natura Questa visione critica della contemporaneità è evidente sul piano letterario. Gli effetti negativi dello sviluppo industriale vengono infatti indicati con grande realismo: abbondano le descrizioni dei luoghi più sordidi e squallidi della metropoli; si insiste nella rappresentazione delle condizioni di vita delle classi proletarie e sottoproletarie; in un ottica anarchica vengono documentate, tramite reportage e pamphlet, le politiche repressive dello Stato umbertino. Allo stesso tempo gli Scapigliati rimpiangono la vita idillica e serena della campagna e così recriminano, con patetici accenti di nostalgia, sulle trasformazioni della città e del paesaggio. Per esempio, la ferrovia, vista quale simbolo di rinnovamento, è però percepita anche come elemento che rompe il concetto classico di bellezza improntato alle forme della natura, per inserire quelle artificiose della meccanica e della tecnologia. Alla strada ferrata (cui rende omaggio l omonima poesia di Emilio Praga) si contrappongono, così, la campagna e la montagna, quali regni di un bello autentico e non corrotto a cui gli Scapigliati non sanno e non vogliono rinunciare. 85

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi