T6 - Sono una creatura (Il porto sepolto)

Giuseppe Ungaretti L allegria T6 Sono una creatura audiolettura Il porto sepolto In questa celebre lirica Ungaretti testimonia la sofferenza assoluta dinanzi agli orrori vissuti e patiti in guerra. Un cuore inaridito dal dolore METRO Versi liberi. Valloncello di Cima Quattro* il 5 agosto 1916 5 10 Come questa pietra del S. Michele così fredda così dura così prosciugata così refrattaria così totalmente disanimata. Come questa pietra è il mio pianto che non si vede. La morte si sconta vivendo. * Cima Quattro: postazione sul Monte San Michele, non lontano da San Martino del Carso. 2 S. Michele: è un monte sul Carso, tea- tro di sanguinose battaglie tra l esercito italiano e quello austro-ungarico. 5 prosciugata: arida. Dentro il TESTO La vita che non scorre più Due diversi stati d animo I contenuti tematici La condizione emotiva del poeta viene fissata attraverso un confronto ravvicinato con il paesaggio: lo strazio della guerra è interiorizzato, in tutta la sua avvolgente desolazione, nel pianto / che non si vede (vv. 10-11), nascosto nei recessi dell anima, proprio come un corso d acqua perso nelle cavità della pietra carsica. Il paesaggio del Carso brullo, scavato, desolato costituisce lo specchio della fredda morte che incombe, prosciugando l acqua della vita e rendendo gli uomini inerti e indifferenti come cose, come l arida roccia di cui sono costituite quelle alture. La dimensione dominante è dunque quella della pietrificazione: è da notare la quasi totale assenza di verbi; sopravvive, al v. 10, un , che trasmette efficacemente una sensazione di immobilit . Anche il poeta sente a un tratto l anima farsi senza voce e senza pianto, indurita come la terra ostile circostante, bloccata in una statica, quasi marmorea sospensione della vita. La poesia si conclude con una breve e condensata sentenza di carattere morale: la morte, vista qui come liberazione dal dolore e dalla condizione di angoscia che caratterizza l esistenza umana, si ottiene soltanto a costo della sofferenza del vivere. Siamo dunque in una condizione psicologica distante da quella reattiva e vitalistica presente in 837

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi