Vincenzo Cardarelli

La poesia italiana del primo Novecento in sintesi Vincenzo Cardarelli La vita Vincenzo Cardarelli (all anagrafe Nazareno Caldarelli) nasce a Corneto Tarquinia (Viterbo) nel 1887. Autodidatta, lavora a Roma dal 1906 come correttore di bozze al quotidiano socialista Avanti! , di cui diviene poi redattore della terza pagina e cronista parlamentare. Nel 1919 è tra i fondatori della rivista La Ronda ; dal 1926 scrive per L Italiano , il periodico fondato da Leo Longanesi, e vi collabora fino alla chiusura, nel 1942. Nel secondo dopoguerra è condirettore della Fiera letteraria . Muore a Roma nel 1959. Le opere Classicismo e prosa d arte La sua prima raccolta di poesie, prose liriche e frammenti, intitolata Prologhi (1916, poi ripresa, insieme ai componimenti di volumi successivi, nel volume Poesie del 1942), mostra già la caratteristica costante della produzione di Cardarelli: un autobiografismo interiore e allusivo, che evita la confessione diretta; è piuttosto un ampia meditazione, che si traspone in immagini di stagioni e di paesi, con toni pacati e un andamento di gusto classico, caratterizzato da chiarezza espressiva e compostezza formale. La restaurazione classica e il ritorno a Leopardi, intesi come freno al dannunzianesimo e all impressionismo dei vociani, costituiscono la base del canone estetico e della poetica di Cardarelli, nonostante il fondo sensuale, ancora vagamente decadente, della sua ispirazione. Nei suoi volumi di prose Favole e memorie (1925), Il sole a picco (1929), Il cielo sulle citt (1939) troviamo esempi di prosa d arte secondo i canoni rondeschi, di cui egli è il principale teorico. Nella poesia di Cardarelli si ritrovano, fin dalla prima raccolta poetica Prologhi, elementi autobiografici, uno stile chiaro, equilibrato e composto, una struttura rigorosa e misurata. Cardarelli ambisce a un ritorno all ordine, alla chiarezza espositiva, alla poesia di Leopardi. T6 Gabbiani audiolettura Vincenzo Cardarelli, Poesie Il poeta vede il proprio nomadismo spirituale (prima ancora che fisico) riflesso nel modo di vivere dei gabbiani, ai quali si sente accomunato da un aspirazione alla quiete, destinata però a rimanere frustrata. Il volo dei gabbiani e l inquietudine del poeta METRO Endecasillabi e settenari in libera successione, con rime e assonanze. 5 10 Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace. Io son come loro, in perpet o volo. La vita la sfioro com essi l acqua ad acciuffare il cibo. E come forse anch essi amo la quiete, la gran quiete marina, ma il mio destino è vivere balenando in burrasca. 6 com essi l acqua ad acciuffare il cibo: come i gabbiani sfiorano la superficie marina per catturare i pesci. 8 la gran quiete marina: una pace pro- fonda e autentica com è quella del mare quando è calmo. 10 balenando in burrasca: lampeggiando, come i fulmini in una tempesta ap- paiono e scompaiono in un attimo, in preda ad accensioni improvvise che subito si spengono, in una perenne condizione di instabilità. 777

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi