Clemente Rebora

La poesia italiana del primo Novecento in sintesi Clemente Rebora La vita Clemente Rebora nasce a Milano nel 1885 da padre ligure (un ex garibaldino) e madre lombarda. Riceve un educazione laica, con un impronta positivista e mazziniana, e si laurea in Lettere. La carriera di insegnante nelle scuole tecniche e serali viene interrotta dalla chiamata alle armi nella Grande guerra (durante la quale, sul fronte goriziano, subisce il trauma di un esplosione ravvicinata), per essere poi ripresa dopo la fine del conflitto. Comincia presto a collaborare con riviste come La Voce e Riviera Ligure e traduce dal russo Tolstoj, Gogol e altri scrittori. Momento fondamentale della sua biografia è la conversione al cattolicesimo, avvenuta nel 1929. Due anni dopo questa svolta si ritira nel Collegio Rosmini di Domodossola e nel 1936 viene ordinato sacerdote. Trascorre il resto della sua vita fra gli istituti rosminiani di Domodossola, Torino, Rovereto e Stresa. Muore a Stresa nel 1957. Le opere In tutta la produzione di Rebora, fin dagli esordi, si colgono i segnali di una crisi morale e spirituale, l esigenza di esprimere l assoluto. La sua poesia appare quasi come un dialogo con Dio nel quale egli manifesta il suo tormento interiore. I versi di Rebora esprimono il bisogno di ricercare una verità assoluta. Questa necessità influenza lo stile e il linguaggio, che subiscono come un processo di deformazione. Le sue poesie sono infatti caratterizzate da una forte carica espressiva, e risultano spesso oscure, ambigue. Rebora è considerato il più grande rappresentante dell espressionismo vociano. La raccolta d esordio, Frammenti lirici, richiama alla mente il frammentismo promosso dalla rivista La Voce a cui Rebora aderisce. Ricerca spirituale e colloquio con Dio Già nella raccolta poetica d esordio di Rebora, Frammenti lirici (1913), sono presenti un accesa problematica morale e un intensa ricerca di assoluto, che tornano in tutta la sua produzione, e con particolare forza nei Canti anonimi (1922). Si tratta di aspetti che testimoniano di una crisi spirituale che più tardi sfocerà nell approdo alla fede cattolica; di fatto, tutta la poesia di Rebora è espressione di un costante travaglio spirituale e soprattutto nelle liriche degli ultimi anni, Poesie (1947), Via Crucis e Curriculum vitae (1955), Gesù il fedele e Canti dell infermità (1956) di un profondo colloquio con Dio, seppure costellato di immagini terrene e di visioni paesaggistiche. La tensione espressiva L intensità della ricerca spirituale di Rebora e la sua volontà di esprimere l indicibile, il trascendente, l assoluto lo portano a sviluppare uno stile personalissimo, che scardina i moduli formali della poesia tradizionale. La parola si carica sempre di particolare importanza, e assume spesso una forte violenza espressiva. Tale costante stilistica, che si traduce in un linguaggio aspro, dissonante, a volte persino contorto e faticoso, ha spinto il critico Gianfranco Contini a individuare in Rebora il massimo esponente dell espressionismo vociano. Spia dell adesione di Rebora al programma poetico della Voce è peraltro il titolo stesso della sua prima raccolta, Frammenti lirici, che rimanda al frammentismo proposto dalla rivista (anche se, in realtà, si tratta di un libro dalla struttura fortemente unitaria). Clemente Rebora. 769

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi