Le forme

La poesia italiana del primo Novecento in sintesi I toni dimessi e malinconici dei Crepuscolari sono spesso affiancati dalla scelta di temi funerari o riguardanti la malattia. D altronde, proprio la malattia, interiore o fisica, segna la vita di molti degli esponenti principali del Crepuscolarismo. La malattia e la morte D altra parte, ad alimentare questo stato d animo concorrono, oltre a una generale situazione di crisi ideologica, anche particolari condizioni di vita difficili, soprattutto per la presenza, sul piano biografico, della malattia: malattia spirituale ma anche fisica, almeno in Corazzini e Gozzano, scomparsi prematuramente a causa della tubercolosi. Titoli di liriche come Il fanciullo suicida, Rime del cuore morto, Isola dei morti, rendono evidente la centralità della tematica funebre nella produzione di Corazzini. E Gozzano, pur con la tendenza all attenuazione che gli è tipica, rievoca in una poesia che già nel titolo Alle soglie contiene un cenno all imminenza della morte le inutili visite mediche. Le forme Tra i Crepuscolari è diffuso il proposito di abbassamento della lirica alta. Per questo prediligono uno stile e una sintassi sobri e disadorni. Le tematiche trattate riguardano occasioni e circostanze quotidiane, di tutti i giorni. Si amplia pertanto il lessico della poesia, che accoglie termini ed espressioni finora ritenuti impoetici . Abbondano le onomatopee, le esclamazioni, nomi declinati a diminutivi e vezzeggiativi. La ricerca del prosaico Pur nel comune rifiuto della magniloquenza della tradizione, la lingua semplice e di uso quotidiano dei Crepuscolari si declina in maniera diversa da autore ad autore. Comune a tutti, però, è una poesia che si avvicina ai modi della prosa: uno stile dimesso, sia nelle scelte lessicali (termini di uso comune al punto da sembrare talvolta banali), sia nelle strutture sintattiche. Non vi sono più argomenti e contenuti alti, sublimi, bensì una nuova centralità delle situazioni di tutti i giorni, di conseguenza si amplia il campo lessicale della poesia. In tal senso i Crepuscolari portano alle estreme conseguenze la rivoluzione pascoliana che, offrendo rilievo nel regno della poesia a oggetti, presenze e temi prima esclusi, aveva dilatato, per necessità, le basi lessicali della lingua poetica. Ecco quindi le onomatopee, le interiezioni, le reticenze (la figura retorica delle sospensioni e dei sospiri), nonché i vocaboli nuovi , tratti dalla scienza, dalla tecnica, dalle lingue straniere, insomma dalle parole usate quotidianamente da tutti (e non solo dai poeti). Nessuna solennità, nessuna oratoria, ma rime paradossali come quella che accosta il banale termine «camicie al grande filosofo tedesco «Nietzsche , ideatore della dottrina del superuomo (Gozzano, La signorina Felicita) e un gusto diffuso per i diminutivi e i vezzeggiativi, quasi a voler ridurre, anche a livello di quantità e dimensioni, la portata di quanto è cantato in questi versi. Scelte metriche fra tradizione e innovazione Quanto agli schemi metrici, c è chi, come Gozzano, preferisce attenersi alle forme della tradizione, anche a quelle più rare e preziose e chi invece, come Aldo Palazzeschi, un autore non a caso destinato ad approdare al Futurismo ( p. 774), realizza sperimentazioni che preludono al verso libero della poesia contemporanea e alla dissoluzione della metrica tradizionale poi pienamente operata da Giuseppe Ungaretti. Natura morta con strumenti per scrivere, affresco, arte romana. Napoli, Museo Archeologico Nazionale. 751

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi