T3 - Il racconto del lupo mannaro (Il mar delle blatte e

Il primo Novecento ¥ T3 ¥ Il racconto del lupo mannaro Tommaso Landolfi, Il mar delle blatte e altre storie Protagonisti del racconto sono due lupi mannari che, infastiditi dalla presenza della luna, tentano di farla sparire dalla volta celeste. Contro la luce della luna 5 10 15 20 25 30 35 L amico ed io non possiamo patire1 la luna: al suo lume escono i morti sfigurati dalle tombe, particolarmente donne avvolte in bianchi sudari,2 l aria si colma d ombre verdognole e talvolta s affumica d un giallo sinistro,3 tutto c è da temere, ogni erbetta ogni fronda ogni animale, in una notte di luna. E quel che è peggio, essa ci costringe a rotolarci mugolando e latrando nei posti umidi, nei braghi4 dietro ai pagliai; guai allora se un nostro simile ci si parasse davanti! Con cieca furia lo sbraneremmo, ammenoché egli non ci pungesse, più ratto5 di noi, con uno spillo. E, anche in questo caso, rimaniamo tutta la notte, e poi tutto il giorno, storditi e torpidi,6 come uscissimo da un incubo infamante.7 Insomma l amico ed io non possiamo patire la luna. Ora avvenne che una notte di luna io sedessi in cucina, ch è la stanza più riparata della casa, presso il focolare; porte e finestre avevo chiuso, battenti e sportelli, perché non penetrasse filo dei raggi che, fuori, empivano8 e facevano sospesa l aria. E tuttavia sinistri movimenti si producevano entro di me, quando l amico entrò all improvviso recando in mano un grosso oggetto rotondo simile a una vescica di strutto,9 ma un po più brillante. Osservandola si vedeva che pulsava alquanto, come fanno certe lampade elettriche, e appariva percorsa da deboli correnti sottopelle, le quali suscitavano lievi riflessi madreperlacei simili a quelli di cui svariano10 le meduse. «Che è questo? gridai, attratto mio malgrado da alcunché di magnetico nell aspetto e, dirò, nel comportamento della vescica. «Non vedi? Son riuscito ad acchiapparla rispose l amico guardandomi con un sorriso incerto. «La luna! esclamai allora. L amico annuì tacendo. Lo schifo ci soverchiava:11 la luna fra l altro sudava un liquido ialino12 che gocciava di tra le dita dell amico. Questi però non si decideva a deporla. «Oh mettila in quell angolo urlai, «troveremo il modo di ammazzarla! . «No , disse l amico con improvvisa risoluzione,13 e prese a parlare in gran fretta, «ascoltami, io so che, abbandonata a se stessa, questa cosa schifosa farà di tutto per tornarsene in mezzo al cielo (a tormento nostro e di tanti altri); essa non può farne a meno, è come i palloncini dei fanciulli. E non cercherà davvero le uscite più facili, no, su sempre dritta, ciecamente e stupidamente: essa, la maligna che ci governa, c è una forza irresistibile che regge anche lei.14 Dunque hai capito la mia idea: lasciamola andare qui sotto la cappa, e, se non ci libereremo di lei, ci libereremo del suo funesto15 splendore, giacché la fuliggine la farà nera quanto uno spazzacamino. In qualunque altro modo è inutile, non riusciremmo ad ammazzarla, sarebbe come voler schiacciare una lacrima d argento vivo .16 1 patire: sopportare. 2 sudari: lenzuoli funebri. 3 sinistro: minaccioso, maligno. 4 braghi: fanghi di porcile. 5 ratto: veloce. 6 torpidi: fiacchi, deboli. 7 infamante: disonorevole. 8 empivano: riempivano. 734 9 vescica di strutto: parte dell intestino del maiale, in cui, una volta ripulita e seccata, si conservava lo strutto, cioè il grasso dell animale stesso. 10 svariano: mutano di aspetto e di colore. 11 soverchiava: dominava. 12 ialino: trasparente. 13 risoluzione: decisione. 14 essa anche lei: l anacoluto mima i mo- di del parlato. 15 funesto: fastidioso, dannoso. 16 argento vivo: il mercurio, che è di colore argento e assai mobile, tanto da sembrare vivo .

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi