Il tesoro della letteratura - volume 3

Il primo Novecento 85 90 95 100 105 110 115 120 125 No, colpirlo alle spalle no , pensò Michele; trasse di tasca la rivoltella e tenendo la mano contro il fianco la puntò nella direzione di Leo appena questi si sarebbe voltato, avrebbe sparato. Leo entrò per primo nel salotto, andò alla tavola, accese una sigaretta; avvolto nella veste da camera, come un lottatore, a gambe larghe, con la testa arruffata e tozza, china verso l invisibile fiammifero, egli dava l impressione di un uomo sicuro di sé e della sua vita; poi si voltò; allora, non senza odio, Michele alzò la mano e sparò. Non ci fu né fumo né fracasso; alla vista della rivoltella Leo spaventatissimo si era gettato con una specie di muggito dietro una sedia; poi il rumore secco del grilletto. S è inceppata , pensò il ragazzo; vide Leo urlare: Sei matto! , e alzare una sedia in aria mostrando tutto il corpo: si protese in avanti e sparò daccapo; nuovo rumore del grilletto. scarica , comprese alfine atterrito, e le palle l ho in tasca io . Fece un salto da parte, per evitare la seggiola di Leo, corse all angolo opposto; la testa gli girava, aveva la gola secca, il cuore in tumulto: Una palla , pensò disperatamente, soltanto una palla . Frugò, arraffò con le dita febbrili alcuni proiettili, alzò la testa, tentando, curvo, colle mani impazzate,7 di aprire il tamburo e cacciarvi la carica; ma Leo scorse il suo gesto ed egli ricevette di sbieco un colpo di seggiola sulle mani e sulle ginocchia, così forte che la rivoltella cadde in terra; dal dolore chiuse gli occhi, poi una rabbia indicibile lo invase; si gettò su Leo tentando di stringerlo al collo; ma fu preso, scagliato prima a destra poi a sinistra, e alfine respinto con tanta violenza che dopo aver ciecamente urtato e rovesciato una sedia, cadde sul divano L altro gli fu subito sopra e lo prese per i polsi. Silenzio; si guardarono; rosso, ansante, costretto in malo modo dentro il divano, Michele fece uno sforzo per liberarsi; Leo gli rispose torcendogli i polsi; altro sforzo; altra torsione; alfine il dolore e la rabbia vinsero il ragazzo: gli parve oscuramente che la vita non fosse mai stata così aspra come in questo momento nel quale, così brutalmente oppresso, gli tornava un lamentoso desiderio di certe lontanissime carezze materne; gli occhi gli si empirono di lacrime; allentò i muscoli doloranti, si abbandonò. Per un istante l uomo lo guardò: la veste da camera era aperta, il petto nudo e peloso gli si sollevava in un respiro che ogni tanto si sfogava per le narici frementi in una specie di soffio fermo: guardava, guardava e tutta la sua persona esprimeva un minaccioso furore a stento trattenuto. «Sei matto! , profferì alfine con forza scrollando la testa; e lo liberò. Michele si alzò fregandosi i polsi indolenziti: vedeva Leo dritto, immobile nel mezzo della stanza, la sedia rovesciata e là, nell angolo, quella cosa nera, la rivoltella veramente tutto era finito tutto era stato fatto ma non gli riusciva di capire non sapeva se doveva mostrarsi ancora indignato o invece timoroso guardava Leo e macchinalmente8 continuava a fregarsi i polsi. «E ora disse alfine l uomo voltandosi verso la porta, «ora fammi il santissimo piacere di andartene . Avrebbe voluto profferire qualche violenza ma si trattenne. «E di questa tua sciocchezza soggiunse «parlerò con tua madre . Ma Michele non si mosse: Non mi rimprovera, non si sfoga, ha fretta ch io me ne vada , pensò, perché teme ch io scopra Carla Carla è di là nella stanza attigua. Guardava la seconda porta e quasi si meravigliava di vederla così comune ed eguale a tutte le altre, e che la presenza della sorella non vi si rivelasse in qual- 7 colle mani impazzate: con le mani che si agitavano furiosamente. 728 8 macchinalmente: meccanicamente.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi