Il tesoro della letteratura - volume 3

Il secondo Ottocento Tra la luce della vita e il buio del regno dei morti Non per questo il poeta è indotto a urlare il proprio strazio, poiché il suo animo è troppo sopraffatto dal dolore per poter erompere in un grido. Solo, privo dell amore più grande, costretto a misurarsi ora con una vita/non vita divenuta arida e insignificante, egli contrappone il proprio buio orizzonte di morte all eterno moto ciclico della natura e delle sue stagioni, che si manifesta grazie alle immagini, ora di energia e pienezza, ora di morte e silenzio. Il prorompente senso di vitalità emanato dal risveglio primaverile della natura (il verde melograno, i suoi fiori rossi, la mano del bambino protesa a coglierli, la luce e il calore di giugno che inonda il giardino) contrasta con l ineluttabile violenza che rivela a lui e a tutti gli esseri umani la dura realtà della morte. La perdita, pur straziante, è tuttavia accettata nel silenzio e con dignitosa rassegnazione come una parte fatale della vita umana. Le scelte stilistiche Pochi mesi sono passati dal lutto che ha sconvolto la vita del poeta; eppure quell evento è ricordato nella lontananza di un tempo imprecisato (così si spiega il predicato verbale tendevi, v. 1, all imperfetto). Un senso di indeterminatezza emerge infatti dalle prime due strofe della lirica, dominate da una nota di elegiaca tristezza: prima l aggettivo diminutivo-vezzeggiativo pargoletta (v. 2), poi l immagine del giardino silenzioso e solitario (muto orto solingo, v. 5) esprimono la commozione del padre al ricordo del suo bambino. Il tempo del ricordo L antitesi sul piano formale La descrizione del melograno fiorito e la vitalità cromatica che unisce i colori dell albero e dei fiori (verde e vermigli, con significativa allitterazione* della v) sono bruscamente interrotte dalle due strofe finali, in cui le notazioni tattili (terra fredda, v. 13) e i colori (terra negra, v. 14) esprimono a livello sensoriale la trasformazione della terra rigogliosa in terra nera, un colore dal significato sepolcrale. Anche il ritmo, prima fluido e scorrevole, suggerisce la sofferenza della privazione della gioia, facendosi spezzato e scandito: la serie di anafore* costruite su coppie di monosillabi poste in posizione enfatica, all inizio dei versi (prima del pronome personale tu, vv. 9 e 11; poi di sei ne la terra, vv. 13 e 14; quindi di n , vv. 15 e 16), sigilla con la forza di un disperato singhiozzo lo stato d animo del poeta, che tenta invano di stabilire un dialogo con il figlioletto e scopre, attraverso il proprio dolore, l insopprimibile verità della morte che incombe su tutti gli esseri umani. Gli echi letterari La semplicità della voce di Carducci e l apparente immediatezza del lessico non devono trarre in inganno. Anche questi versi, a uno studio più accurato, rivelano la complessità della rete intertestuale presente in tutte le sue poesie. Infatti, come ha dimostrato lo studioso Francesco Ursini, citazioni e riprese si susseguono in continuazione (cfr. tabella). Derivazioni letterarie Versi pargoletta mano (v. 2) Autori Matteo Bandello Gerusalemme liberata, XII, 31, v. 2 Rime, 924, v. 4 Aminta, I, 2, v. 65 Novelle, I, 2 muto e solingo (v. 5) Giacomo Leopardi Vita solitaria, «Me spesso rivedrai solingo e muto , v. 104 né il sol più ti rallegra (v. 15) Dante Alighieri Inferno, VII, 122, «ne l aere dolce che dal sol s allegra 70 Torquato Tasso Opere

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi