Il tesoro della letteratura - volume 3

Luigi Pirandello Il fu Mattia Pascal Una descrizione della modernità Se è vero che ciascuno di noi proietta intorno a sé una luce di un colore particolare (ed ecco, accanto al relativismo di cui si è già detto, anche un relativismo della morale e del pensiero), in ogni epoca certe tonalità prevalgono sulle altre. Anselmo Paleari le chiama lanternoni (r. 41), e si riferisce alle grandi astrazioni del pensiero e della morale (Verità, Virtù, Bellezza, Onore, e che so io , rr. 4142), alle grandi ideologie e ai sistemi di valo ri che dominano in un certo periodo storico. Ne cita due in particolare, quello di colo re rosso della virtù pagana e quello violetto (color deprimente, r. 43) della fede cristiana. La luce collettiva dei lanternoni assicura agli individui un orizzonte di riferimento, un insieme di valori codificati cui fare affidamento; ma quando essa si spegne, le piccole luci colorate dei singoli uomini brulicano caotiche nello scompiglio generale (chi va di qua, chi di là, chi torna indietro, chi si raggira; nessuna più trova la via, rr. 4950). Noi di ce Paleari viviamo proprio in una di queste epoche di angosciante disorientamento, privi di un lanternone collettivo cui guardare: l uomo moderno si aggira spaesato nell o scurità. Qualcuno si rivolge alla fede, qualcun altro alla scienza, tutti sbagliando si affannano a cercare una luce che dissipi le tenebre, non riconoscendo una verità fonda mentale, ossia che tutto questo mistero non esiste fuori di noi (rr. 8788). 2 Che cosa crea i colori delle diverse lanterne? 3 Con quale metafora viene descritta la confusione nel momento in cui uno dei lanternoni si spegne? Che immagine dell umanità ne emerge? 4 Con quale atteggiamento sono considerati coloro che ancora si recano in chiesa ad alimentare le loro lanternucce? Profondità e leggerezza Le scelte stilistiche Pirandello espone la sua visione del mondo e tocca i punti più profondi della sua conce zione dell esistenza con il tono in apparenza leggero dell intrattenimento («Dorme, signor Meis? . «Segua, segua pure, signor Anselmo: non dormo. Mi par quasi di vederlo, codesto suo lanternino , rr. 3032). La stessa scelta di chiamare lanterninosofia (r. 8) una teoria filosofica ha lo scopo di lasciare il lettore perplesso: il termine ironico e quasi buffo fa intendere che si tratti di uno scherzo, del vaneggiamento di un folle in cerca di un contatto con l aldilà (tut to il discorso di Anselmo Paleari è, in prima istanza, rivolto a trovare un saldo ancoraggio ai suoi esperimenti spiritici). In realtà, l obiettivo dell autore riflettere sulla condizione dell essere umano nell universo e sui rapporti tra individui e sistemi di valori è tutt altro che banale, ma è ottenuto ancora una volta con un procedimento umoristico, che all inizia le comicità (l «avvertimento del contrario : una filosofia seria non dovrebbe avere un nome ridicolo) fa subentrare il «sentimento del contrario , una riflessione meditata e amara. 5 Il signor Paleari espone la propria lanterninosofia in un dialogo: rintraccia nel testo gli elementi discorsivi tipici del parlato. 6 Individua nel testo le battute ironiche con cui il narratore-protagonista Adriano Meis commenta il discorso del signor Paleari. 7 SCRIVERE PER ARGOMENTARE La morte non esiste, non è l estinzione della vita, ma il soffio che spegne in noi questo lanternino (r. 91). Riconoscersi parte di un tutto è l invito rivolto da Pirandello all uomo moderno. Il messaggio, ancora solo abbozzato nel Fu Mattia Pascal, verrà portato alle estreme conseguenze in Uno, nessuno e centomila, con l abbandono definitivo, da parte del protagonista Vitangelo Moscarda, di ogni connotazione individuale. Prova a riflettere, in un testo argomentativo di circa 40 righe, sul concetto paradossale di un individuo senza identità : un essere umano che si perde nel flusso della «vita universale è ancora tale? 693

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi