Il tesoro della letteratura - volume 3

Luigi Pirandello Dentro il TESTO Il narratore autobiografico I contenuti tematici Il gesto di annotare su alcuni quaderni le sue considerazioni sulla realtà rappresenta, per l operatore cinematografico Serafino Gubbio, il tentativo di sfuggire all alienazione di un lavoro puramente meccanico. L incipit del romanzo (Studio la gente nelle sue più ordinarie occupazioni, r. 1) rivela subito una caratteristica fondamentale dell opera: la presenza di un narratore dotato di una vocazione filosofica. Non ci si deve pertanto aspetta re un racconto coerente e compiuto, ma un saggiostudio in cui le vicende narrate sono condizionate dalla voce narrante. Questo personaggio, che appare persino privo di una precisa fisionomia, diviene quasi puro pensiero, proprio in conseguenza del fatto che la sua fisicità è stata ridotta ad appendice pseudovivente di una macchina da presa, a pro tesi umana di un congegno meccanico. Impassibilità senza naturalismo Abituato, per la sua professione, a tenere sotto controllo passioni e sentimenti (l ope ratore non deve partecipare all azione, ma solo registrarla fedelmente), Serafino sceglie come narratore di indossare consapevolmente la «maschera dell impassibilità , non per denunciare la corruzione e i difetti di una specifica realtà come avrebbe fatto uno scrittore naturalista o verista ma per rivelare che uno «studio senza passione è forse l unica vera salvezza rimasta all individuo alienato dalla modernità; solo in questo mo do, infatti, egli può recidere ogni legame con la falsa realtà in cui è immerso. Proprio perché si rifiuta di partecipare emotivamente alla vita falsa che è costretto a registrare, egli può guardarsi intorno inosservato e dipingere così ritratti grotteschi di quello che vede. L occhio e la mano Chi aziona la manovella della macchina da presa può arrivare persino a credere, per un istan te, di avere un qualche potere sugli attori (Potrei farmi l illusione che, girando la manovella, faccia muover io quegli attori, rr. 6465). Ma si tratta solo di un illusione. Il suo ruolo non è indispen sabile; anzi, ciò che rende umani (la ragione, i sentimenti) è ostacolo all efficienza del suo ge sto imperturbabile. Per essere impassibile, insomma, egli deve ridursi a parte meccanica di un apparecchio. Del resto è solo questione di tempo: presto, in un futuro totalmente mec canizzato, si troverà un modo per azionare la manovella automaticamente (La macchinetta anche questa macchinetta, come tante altre macchinette girerà da sé. Ma che cosa poi farà l uomo quando tutte le macchinette gireranno da sé, questo, caro signore, resta ancora da vedere, rr. 8790). Un divertimento pericoloso e alienante Serafino non è dunque altro che un piccolo ingranaggio che contribuisce a far funzio nare la neonata industria cinematografica; dall interno egli è in grado di osservare e giu dicare questo primo esempio di intrattenimento in serie, volto a distrarre (Svaghiamoci!, r. 29) e a distendere gli animi affaticati dal ritmo convulso della vita moderna. Tuttavia, il riposo che l individuo trova nelle sale cinematografiche è fittizio, essendo gravato da tale stanchezza, intronato da tanto stordimento (rr. 2526) da non riuscire più a godere di un minuto di raccoglimento per pensare. Il gergo cinematografico Le scelte stilistiche L uso del tempo presente, fin dall inizio del romanzo, non indica alcuna contempora neità fra storia e racconto, ma inscrive la dimensione del testo nella fredda impassibilità di un lavoro scientifico o teorico, in un presente quasi atemporale proprio del la riflessione filosofica. 665

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi