Il tesoro della letteratura - volume 3

Luigi Pirandello 115 120 125 130 135 140 145 150 quell uomo è impossibile . Bisogna condurre la spiegazione là, riattaccandola a quelle condizioni di vita impossibili, ed essa apparirà allora semplice e chiara. Chi veda soltanto una coda, facendo astrazione dal mostro a cui essa appartiene, potrà stimarla per se stessa mostruosa. Bisognerà riattaccarla al mostro; e allora non sem brerà più tale; ma quale dev essere, appartenendo a quel mostro. Una coda naturalissima. Non avevo veduto mai un uomo vivere come Belluca. Ero suo vicino di casa, e non io soltanto, ma tutti gli altri inquilini della casa si domandavano con me come mai quell uomo potesse resistere in quelle condizioni di vita. Aveva con sé tre cieche, la moglie, la suocera e la sorella della suocera: queste due, vecchissime, per cataratta; l altra, la moglie, senza cataratta, cieca fissa; palpe bre murate. Tutt e tre volevano esser servite. Strillavano dalla mattina alla sera perché nes suno le serviva. Le due figliuole vedove, raccolte in casa dopo la morte dei mariti, l una con quattro, l altra con tre figliuoli, non avevano mai né tempo né voglia da badare ad esse; se mai, porgevano qualche ajuto alla madre soltanto. Con lo scarso provento del suo impieguccio di computista poteva Belluca dar da mangiare a tutte quelle bocche? Si procurava altro lavoro per la sera, in casa: car te da ricopiare. E ricopiava tra gli strilli indiavolati di quelle cinque donne e di quei sette ragazzi finché essi, tutt e dodici, non trovavan posto nei tre soli letti della casa. Letti ampii, matrimoniali; ma tre. Zuffe furibonde, inseguimenti, mobili rovesciati, stoviglie rotte, pianti, urli, tonfi, perché qualcuno dei ragazzi, al bujo, scappava e andava a cacciarsi fra le tre vecchie cieche, che dormivano in un letto a parte, e che ogni sera litigavano anch esse tra loro, perché nessuna delle tre voleva stare in mezzo e si ribellava quando veniva la sua volta. Alla fine, si faceva silenzio, e Belluca seguitava a ricopiare fino a tarda notte, finché la penna non gli cadeva di mano e gli occhi non gli si chiudevano da sé. Andava allora a buttarsi, spesso vestito, su un divanaccio sgangherato, e subito sprofondava in un sonno di piombo, da cui ogni mattina si levava a stento, più intontito che mai. Ebbene, signori: a Belluca, in queste condizioni, era accaduto un fatto naturalissimo. Quando andai a trovarlo all ospizio, me lo raccontò lui stesso, per filo e per segno. Era, sì, ancora esaltato un po , ma naturalissimamente, per ciò che gli era accaduto. Rideva dei medici e degli infermieri e di tutti i suoi colleghi, che lo cre devano impazzito. «Magari! , diceva. «Magari! . Signori, Belluca, s era dimenticato da tanti e tanti anni ma proprio dimenti cato che il mondo esisteva. Assorto nel continuo tormento di quella sua sciagurata esistenza, assorto tut to il giorno nei conti del suo ufficio, senza mai un momento di respiro, come una bestia bendata, aggiogata alla stanga d una nòria14 o d un molino, sissignori, 14 nòria: macchina per sollevare l acqua in un pozzo; era collegata a una stanga, a cui veniva attaccato un asino o un bue che, bendato, era costretto a muoversi continuamente in circolo. 653

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi