Il tesoro della letteratura - volume 3

Il primo Novecento di un azione irriflessa, la psicanalisi freudiana avverte che dietro ad atti apparentemente gratuiti si possono celare ragioni che affondano le radici nell inconscio del soggetto che le compie. Anche in questo caso, dunque, potrebbe darsi che il padre avesse inconsciamente qualcosa da imputare al figlio; o, almeno, quest ultimo potrebbe crederlo. La prima spiegazione che Zeno dà a sé stesso cioè che il padre si sentisse da lui impedito nei movimenti e che dunque fosse arrabbiato per questo (Potevo anche essere stato vittima di un atto provocato da un tentativo di facilitarsi la respirazione!, rr. 68-70) è soltanto un ipotesi rassicurante, che però non elimina, a un livello più profondo, i suoi pressanti interrogativi. Menzogna e senso di colpa Non a caso, dopo che il padre si è accasciato privo di vita, Zeno gli dice piangendo: Non è colpa mia! Fu quel maledetto dottore che voleva obbligarti di star sdraiato! (rr. 54-55). E subito dopo il narratore (cioè lo stesso Zeno, che rievoca i fatti diversi anni più tardi) aggiunge: Era una bugia (r. 56). vero, infatti, che il medico aveva prescritto il riposo a letto, ma è anche vero che Zeno ha interpretato quella richiesta in maniera forse troppo energica. Dietro l alibi del dovere filiale (Ero deciso: avrei costretto mio padre di restare almeno per mezz ora nel riposo voluto dal medico. Non era questo il mio dovere?, rr. 35-37) sembra celarsi un altra motivazione: un inconscia volontà del figlio di dominare e controllare il padre, mettendo in atto un inversione di ruoli rispetto a quelli interpretati fino a quel momento, oppure addirittura di privare il padre dell aria necessaria per poter respirare. Il tentato recupero dell innocenza a questo punto che scatta la reazione tipica di chi cerca di scacciare l angoscia attraverso un opera tutt altro che innocente di idealizzazione: secondo quello che nella terminologia psicanalitica viene definito processo di rimozione , Zeno è portato a sublimare la figura paterna, cancellando contrasti e ambiguità e confezionando il ritratto trasfigurato di un uomo debole e buono (r. 81), alla cui superiorità il figlio ora si inchina, in un estremo e affettuoso ma naturalmente menzognero recupero della bontà, come sognando di tornare alla condizione di sottomessa ubbidienza (Divenni buono, buono e il ricordo di mio padre s accompagnò a me, divenendo sempre più dolce, rr. 83-84). Verso le COMPETENZE COMPRENDERE 1 Il brano si compone di una preparazione, di una scena centrale e di uno scioglimento. Individua i tre momenti e fai un breve riassunto di ciascuno. 2 Che ruolo hanno nella vicenda l infermiere e il dottor Coprosich? Quali sentimenti Zeno nutre verso di loro? 3 Con quali sentimenti vive Zeno il momento della morte del padre? 4 Durante il funerale nella mente del protagonista si modifica l immagine del padre: in che modo? ANALIZZARE 5 610 Individua nel testo esempi di quell uso impreciso oppure libresco della lingua italiana che a parere di molti studiosi connota lo stile sveviano (forme arcaiche, termini letterari, incertezze nell uso delle preposizioni). INTERPRETARE 6 Come possiamo spiegare i pianti di Zeno? Quali ne sono, a tuo avviso, le autentiche motivazioni? 7 Illustra il significato della seguente affermazione di Zeno: Egli era morto ed io non potevo più provargli la mia innocenza! (rr. 61-62). DIBATTITO IN CLASSE 8 Il gesto della mano compiuto dal padre di Zeno poco prima di morire è, a tuo parere, uno schiaffo o una carezza? Perché? Discutine con i compagni.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi