Lo stile e le strutture narrative

Il primo Novecento in sintesi Nel racconto non si segue un ordine logico o cronologico. Zeno espone la realtà dei fatti lasciando che due diverse dimensioni temporali si intreccino e si alternino tra loro: oscilla tra il presente in cui scrive e il passato in cui sono avvenuti gli eventi raccontati. Il romanzo insomma stravolge la tradizionale concezione di tempo. Inoltre offre molteplici interpretazioni degli avvenimenti passati: Zeno li analizza e commenta infatti a più riprese e da diversi punti di vista, a seconda della tematica approfondita. Nelle sue confessioni e nell analisi di sé, Zeno ricorre continuamente all ironia. Osserva le sue vicende e quelle degli altri con lucida freddezza e senza prendere mai niente sul serio. Anche il titolo è da leggere in chiave ironica, per la scelta del termine «coscienza , volutamente ambiguo: esso infatti può essere inteso come consapevolezza o come giudizio morale. Ma può alludere anche al fatto che ogni vicenda sia raccontata in base a ciò che Zeno sa o sceglie di dire. Lo stile dell opera è sobrio ed essenziale. Svevo appare più interessato ai contenuti espressi che all eleganza formale. Le costruzioni sintattiche sono semplici e colloquiali, i vocaboli manifestano spesso un origine dialettale, non mancano imprecisioni e dubbi nella grammatica. 594 Lo stile e le strutture narrative Il tempo della coscienza La coscienza di Zeno è un libro molto innovativo dal punto di vista formale. Un primo elemento di originalità è legato al trattamento del tempo narrativo. I fatti non si susseguono, in base a un prima e a un poi o in virtù di rapporti di causa ed effetto, ma si intersecano e si sovrappongono tra loro, giacché risultano compresenti nella coscienza del protagonista. La concretezza degli eventi e della realtà oggettiva viene continuamente messa in discussione dal commento del narratore, attraverso la costante intersezione tra due piani temporali: quello della stesura delle memorie (l oggi della scrittura) e quello degli eventi accaduti nel passato (lo ieri dei fatti) che ora vengono ripercorsi dal narratore. Il primo piano, quello del presente, copre due anni della vita del protagonista (dai 57 ai 59 anni d età; dal 1914 al 1916) e occupa i capitoli 2 e 8 (Preambolo; Psico-analisi); il secondo, quello del passato, abbraccia sei anni (dai 33 ai 38 anni d età; dal 1890 al 1896) e copre i capitoli dal 4 al 7 (La morte di mio padre; La storia del mio matrimonio; La moglie e l amante; Storia di un associazione commerciale); nel capitolo 3 (Il fumo) si intrecciano piani temporali diversi: Zeno bambino, poi ventenne, infine padre di un figlio di tre anni. I medesimi periodi vengono ripercorsi a più riprese nei vari capitoli, in base alle tematiche su cui di volta in volta si focalizza l attenzione del narratore. Il continuo andirivieni temporale con frasi che riepilogano e passaggi che anticipano esiti successivi oltre a mettere in crisi il tempo reale , cioè il tradizionale ordine cronologico della narrazione, reinterpreta e modifica i fatti del passato, che così perdono la loro univoca fissità. Inoltre, mentre il narratore racconta eventi e azioni, li giudica e li sottopone a un impietosa disamina critica ( p. 617). L ironia Rispetto al tono a tratti tragico e angoscioso con cui vengono descritte le vicende di Alfonso Nitti ed Emilio Brentani, il clima dominante nella Coscienza è senza dubbio più lieve e rasserenato. Tale risultato è ottenuto grazie all ironia della narrazione: Zeno è un personaggio che non prende nulla sul serio, soprattutto sé stesso e i propri problemi. Attraverso l ironia, intesa come distacco salutare dall esistenza propria e degli altri, egli trasforma l inettitudine in strategia di sopravvivenza, stempera disillusioni e fallimenti ed esprime un profondo scetticismo verso sé stesso e il mondo che lo circonda. All ironia di Zeno come elemento caratteristico del suo temperamento corrisponde, sul piano narratologico, l ironia come strategia retorica dominante, nei termini di una ricorrente compresenza di significati opposti all interno della stessa espressione. Ciò accade a partire dal titolo stesso del libro: il termine coscienza può essere inteso in senso cognitivo ( consapevolezza ) oppure in senso etico ( giudizio morale ), ma esso ci dice anche che il protagonista racconta solo ciò che sa (di cui è cosciente) e ciò che vuole raccontare, nei modi suggeriti dalla sua indole bugiarda e dalla sua è il caso di dire cattiva coscienza. L antiletterarietà Un ultimo elemento di originalità, per quanto controverso, è legato allo stile del romanzo. Svevo scrive male : a lungo questo pregiudizio ha condizionato la ricezione della Coscienza. Certamente lo scrittore conosceva, meglio dell italiano, il dialetto triestino, usato in famiglia, e il tedesco, la lingua in cui gli era stato impartito l insegnamento nelle scuole austriache da lui frequentate e a cui faceva ricorso, professionalmente, per le corrispondenze commerciali. Probabilmente Svevo si identifica in Zeno, al di là dell artificio letterario, quando questi afferma: «Il dottore presta una fede troppo grande anche a quelle mie benedette confessioni che non vuole restituirmi perché le riveda. Dio mio! Egli non studiò che la medicina e perciò ignora che cosa significhi scrivere in italiano

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi