I grandi temi

Italo Svevo in sintesi I grandi temi 1 La concezione della letteratura L indifferenza che accoglie i suoi due romanzi induce Svevo a riproporsi di smettere di scrivere. In una società basata su lavoro, profitto, denaro e interesse economico, la scrittura è considerata una distrazione se non addirittura un pericolo: è un atto di rottura nei confronti dei valori paterni. Per questo Svevo vi si dedica segretamente. Svevo concepisce la scrittura come necessità di raccontare sé stessi, la propria esistenza, la propria quotidianità. La letteratura permette di analizzarsi e di rivelare di sé anche gli aspetti più nascosti e inconfessabili. Scrivere consente di conoscere e capire meglio sé stessi. Se chi scrive è un inetto , come accade nei romanzi sveviani, l indagine interiore sarà ancora più efficace: un inetto infatti non ricorre agli accorgimenti e agli artifici degli scrittori di professione. Spesso la scelta di analizzarsi attraverso la scrittura manifesta la consapevolezza di una condizione di malattia e impotenza. La necessità del vizio Come abbiamo visto, dopo il silenzio che accompagna i primi due romanzi Svevo si ripromette di rinunciare alla scrittura. Il proposito viene enunciato molto spesso; eppure egli non riesce mai ad abbandonare del tutto quell attività, sia pure relegandola tra le segrete occupazioni e considerandola come un vizio che distrae dalle incombenze pratiche. La clandestinità in cui Svevo relega la scrittura è un modo per non esporsi all ostilità del proprio mondo familiare e sociale, secondo il quale la letteratura è un passatempo improduttivo adatto a persone inconcludenti senza voglia di lavorare. La scrittura come trasgressione alla norma D altra parte, la vocazione alla scrittura costituisce per Svevo un infrazione della propria identità sociale di uomo di successo ben inserito nell ambiente borghese. Il profitto, l attività commerciale, la morale perbenista: tutti i miti di questo mondo vengono minacciati dall atto, gratuito e autoreferenziale, di scrivere. Quanto più si è integrati, tanto più la letteratura può assumere una valenza dirompente e rivoluzionaria, in quanto strumento capace di mettere a nudo l uomo. La rivolta contro i padri Scrivere è dunque una trasgressione verso il mondo dei padri e l educazione che ne deriva. Svevo, sia pure senza apparenti ribellioni, attua un implicito rifiuto del padre ( p. 606), quel padre che lo vorrebbe bravo commerciante: come accade a Luigi Pirandello, a Franz Kafka, a Thomas Mann, la scelta della scrittura è una sorta di rifiuto dell autoritario sistema dei valori rappresentato dalla figura paterna. L etica borghese vista dall interno Al tempo stesso, se la letteratura va praticata con riserbo, ne consegue che essa potrà sottrarsi ai generi e alle poetiche prestabilite, liberandosi tanto dalle mode quanto dai vincoli istituzionali, poiché è un esigenza esistenziale, non un mestiere da praticare. Con assoluta libertà Svevo può quindi affondare lo sguardo nel suo mondo, nei risvolti della quotidianità borghese e nei meandri di una mentalità mercantile che egli conosce benissimo perché è la sua. Il rapporto letteratura-vita Accade così che vita e letteratura si incontrano, fondendosi sulla pagina. Ne scaturisce un analisi tanto più spietata quanto più diventa autoanalisi che prende per oggetto le stravaganze, i tic, gli impulsi irrazionali dell autore stesso. In questo senso, si può ben capire che tra l uomo d affari Ettore Schmitz, paranoico e nevrotico, e lo scrittore Italo Svevo, corrosivo e inesorabile, non c è conflitto. La penna come medicina La scrittura è chiamata pertanto a svolgere un azione chiarificatrice: l esistenza può essere svelata solo se fissata sulla pagina scritta, tanto più se ad adempiere questo scopo vi è un intellettuale inetto , estraneo ai trucchi e alle finzioni dei letterati di mestiere e sensibile alle assurdità e alle incoerenze della vita. Come una forma di terapia, la penna, fuori della quale «non c è salvezza , diviene così uno strumento di igiene interiore e di conoscenza di sé. Attraverso essa, ciascuno potrà capire meglio sé stesso: il presente infatti non è conoscibile, perché manchiamo della distanza necessaria per scorgerne i dettagli, interpretarne le situazioni, intuirne la logica e le relazioni. Scrittura e malattia Non appare quindi casuale che tutti i personaggi sveviani siano scrittori: Alfonso Nitti scrive poesie, oltre alle lettere private e alla corrispondenza commerciale; Emilio Brentani è autore di romanzi, non solo di polizze d assicurazione; 575

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi