Il tesoro della letteratura - volume 3

Italo Svevo in sintesi Una vita ha ancora caratteristiche del romanzo ottocentesco: la descrizione di ambienti e paesaggi e la scelta di un narratore esterno e oggettivo. Al tempo stesso, ci sono i primi elementi di rottura con la tradizione: il ricorso al discorso indiretto libero e l attenzione per la psicologia e l interiorità del protagonista. L interesse per l interiorità e la psiche del protagonista è centrale nel romanzo. Alfonso è un vinto , vittima del mondo in cui vive ma anche di sé stesso. Egli è infatti incapace di agire, di vivere, di lottare per la sua affermazione. Il suo insuccesso e la sua insoddisfazione non dipendono da un destino ostile e contrario, come accade in Verga, ma dalla sua intrinseca inettitudine. Il suicidio di Alfonso non è un gesto grandioso, di coraggio e di affermazione di sé. la fuga definitiva da una vita che non è capace di affrontare. Tra novità e continuità In un celebre giudizio critico, Eugenio Montale assimilò il romanzo a «un grande affresco a cui abbiano lavorato, accanto a un maestro, anche collaboratori, aiutanti di bottega . Appartengono, in effetti, a uno Svevo già maturo lo scandaglio dell animo del protagonista e l utilizzo efficace del discorso indiretto libero; risultano invece più superficiali l affrettata conclusione del romanzo, lo scarso approfondimento psicologico degli altri personaggi e le ricostruzioni dei paesaggi e degli interni, che risentono della moda naturalistica allora dominante. In effetti, la rottura con la tradizione da parte di Svevo è, in questo romanzo, ancora soltanto parziale. Lo sguardo dell autore indugia, almeno in parte, a indagare gli ambienti: la banca, la casa dei Maller e quella dove Alfonso abita a pensione, il villaggio rurale da cui egli proviene. Anche l impianto oggettivo del racconto, con la voce giudicante del narratore esterno, la struttura tradizionale, il tema stesso del romanzo (la scalata fallita di un arrampicatore sociale) rimandano a caratteristiche della narrativa ottocentesca. Dentro la coscienza del personaggio La grande novità è però costituita nel romanzo dall analisi dei moti interiori e dall acuto senso della crisi che si riflette nell inettitudine del personaggio. Alfonso Nitti rappresenta infatti una nuova tipologia di vinto , che non solo soggiace come i vinti verghiani alle condizioni ambientali avverse, ma anche, e soprattutto, alle pulsioni dell inconscio e alla malattia della volontà, che lo rende incapace di vivere. Il suo fallimento è da attribuire a motivazioni del tutto interiori, al suo stesso modo di essere. Le chiavi del suo disadattamento non vanno rintracciate nel mondo ostile che lo opprime, schiacciandolo e condannandolo a una subalternità senza speranze: vanno invece individuate nei recessi della sua psiche. Anche quando la sorte gli offre la possibilità del riscatto attraverso un matrimonio fortunato, il protagonista si sottrae all impegno, poiché capisce che per sostenere un ruolo diverso da quello dell inetto è necessaria quella capacità di agire che egli non possiede. Per questo Alfonso è uno sconfitto in partenza: mentre gli uomini che gli stanno attorno «lottano (la parola lotta , che ricorda la teoria darwiniana della lotta per la vita , ritorna più volte nel testo), egli non è in grado di combattere né di provare a tradurre in realtà le sue vaghe aspirazioni, ridotte in fin dei conti a sterili velleità. La diserzione di un inetto La morte non significa per lui affermazione della propria personalità o atto di sfida contro la grettezza della società. Possiamo dire che nel suicidio di Alfonso, a differenza che in quelli di Jacopo Ortis e di tanti eroi romantici che evidenziano con il gesto estremo la forza del proprio idealismo, non vi sia alcuna traccia di nobiltà letteraria. La sua è l azione di un codardo, di un uomo incapace di reagire alla propria irrimediabile inettitudine: morire gli permette di sottrarsi alla competizione e di rifugiarsi nell estrema rinuncia, disertando la vita. { Senilità T3 Apparso a puntate nel 1898 in appendice al giornale triestino L Indipendente , il secondo romanzo di Svevo esce in volume alla fine dello stesso anno, sempre a spese dell autore. Dopo il fallimento dell esordio, si doveva trattare, secondo le sue intenzioni, di una prova d appelPiero Marussig, Veduta di Trieste, 1916-1917. Trieste, Museo Revoltella. 571

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi